È stata definita subito dai giornali russi la “legge anti-Apple”. Vladimir Putin ieri ha controfirmato la normativa sulle “app sovrane”: dal 1 luglio 2020 su tutti gli smartphone, computer e televisori con funzione Smart TV, dovranno essere preinstallate applicazioni rivolte precipuamente al pubblico russo. Secondo il governo Medvedev che ha sostenuto l’iniziativa con ciò non si intenderebbe limitare le proposte di prilozenie – suona così app in russo – ma di allargare l’offerta impedendo il monopolio di alcune major del settore.

Quindi dalla prossima estate comprando un nuovo telefono a Mosca accanto a Google si troverà Yandex Browser, per la messaggistica vicino a Whattsup ci sarà il macchinoso TamTam e sugli Smart Tv assieme a Netflix si potranno acquistare le serie e i films della russa Megogo. Alexey Sinitsyn, membro del comitato che ha presentato la legge alla Duma ritiene che “la legge si basa sulla necessità di offrire alle aziende IT russe l’opportunità di promuovere i propri prodotti e tecnologie” e al contempo difendere il consumatore russo da situazioni come quella presentatasi alla Huawei, quando il governo di Donald Trump impose all’azienda cinese, sanzioni e limitato accesso a molti software made in Usa. Ma la misura non ha convinto molti.

Alla vigilia del voto della Duma era stata inviata una lettera aperta al presidente russo firmata da Apple, Google, Samsung ma anche da alcune catene russe di stores IT nei circuiti della grande distribuzione perché non firmasse la legge che “potrebbe avere profonde ripercussioni sul mercato interno”. Quella più pesante dal punto di vista dell’immagine potrebbe essere l’uscita del mercato russo dell’azienda di Tim Cook. Economicamente l’abbandono della Apple, che opera nella Federazione solo come retailer, non sarebbe una gran perdita: ha fatturato nel 2018 circa 3 miliardi di dollari (poco più del 1% su scala mondiale) ma sarebbe uno schiaffo propagandistico al Cremlino e costringerebbe i fans dei gadget della Mela ad acquistare i suoi prodotti al mercato nero o all’estero.

Il presidente dall’Associazione delle società commerciali e dei produttori di apparecchiature informatiche, Anton Guskov, ha confermato che “i produttori di dispositivi su iOS e altri sistemi operativi chiusi potrebbero lasciare il mercato russo, è una cosa di cui da tempo si parla”. In realtà dietro la decisione del presidente russo di avallare il voto della Duma ci sono anche in ballo le relazioni tra il Cremlino e Yandex. L’azienda leader dell’IT russo è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni sfondando anche nel settore della moneta elettronica, del taxi a chiamata su app e del delivery. La scorsa settimana ci sono state grandi manovre intorno a Yandex: l’azienda dopo lunghe trattative ha accettato l’inserimento nel consiglio d’amministrazione di uomini legati a Putin ricevendo in cambio garanzie sul suo ruolo nel mercato russo. Di cui la legge sulle app non è stata altro che la classica ciliegina sulla torta.