Alla fine il fronte anti migranti ha vinto e l’Europa si piega alla volontà di Austria, Ungheria e del ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio. La missione Sophia terminerà come previsto il 20 marzo per essere sostituita da una nuova operazione europea che però avrà come suo compito principale quello di controllare che l’embargo Onu sulle armi alla Libia venga rispettato. La nuova missione potrà disporre aerei, satelliti e navi che incroceranno ad est della Libia, dove ci sono i traffici principali. «E’ inutile pattugliare la costa ovest intercettando le rotte dei migranti, perché lì lavoriamo già con la Guardia costiera libica» ha detto Di Maio, soddisfatto anche per l’introduzione del concetto di «pull factor»: se verrà rilevato che le navi attraggono flussi migratori, saranno ritirate dalla zona pertinente. E «siamo anche d’accordo sull’idea che si lavori ai confini», ha evidenziato il ministro italiano ricordando che il capitolo Sahel deve essere «legato al pacchetto libico».

Contento anche il capo della diplomazia austriaca Alexander Schallenberg. Nelle passate settimane Vienna aveva bloccato le trattative, insistendo sulla chiusura di Sophia e facendo precipitare la discussione in un impasse risolta a sorpresa dopo gli incontri alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco e molte bilaterali di Borrell in mattinata. Ma la discussione sui dettagli si svilupperà nelle settimane fino al 23 marzo, data del prossimo Consiglio Esteri Ue, quando i 27 vorrebbero tenere a battesimo la proposta concreta della nuova missione. Saranno gli ambasciatori del Coreper ed il Comitato militare Ue ad elaborare le regole di ingaggio.