Il suo arrivo, nello stantio scenario musicale italiano degli anni ’50, è come un uragano. Una presenza sul palco forte e un repertorio che ingloba gli stilemi del jazz, fiati su atmosfere irresistibili e testi popolati di personaggi borderline: pupe fascinose, gangster, fumo, alcol e pistole. Storie mutuate dai libri di Damon Runyon che Fred assorbe voracemente. È successo, clamoroso, interrotto da un tragico incidente in una mattina romana di febbraio. Una preziosa raccolta in cinque cd ne ripercorre la carriera (da Che bambola e Love in Portofino) aggiungendo nel quarto disco un tributo postumo pubblicato dalla Cetra nel 1960...