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Il premio Pulitzer per la letteratura 2017 è andato allo scrittore afroamericano Colson Whitehead per il romanzo «Underground Railroad», che narra con un tocco fantascientifico le possibilità di fuga degli schiavi. Il dramma «Sweat», che indaga ciò che resta del sogno americano tra la classe operaia ha vinto per il teatro. Il libro memoir Il ritorno dello scrittore libico Hisham Matar si è aggiudicato il premio nella sezione «Biography» (il rapporto con il padre, l’esilio, un paese sotto attacco). Per il giornalismo, nella  categoria «Explanatory report»,  il Pulitzer è andato all’International Consortium of Investigative Journalists, all’editore McClatchy e al Miami Herald, per le storie sui Panama Papers, i documenti trapelati da una delle più importanti società del mondo che si occupa di creazione e gestione di società off shore, studiati nel corso di una  inchiesta che ha coinvolto decine di quotidiani, tra cui «L’Espresso»). Fra i fotografi vince  Daniel Berehulak per i  reportage sui metodi disumani della guerra alla droga del presidente filippino Dutert. Per la musica, la protagonista è la compositrice cinese Du Yun per Angel’s Bone, un’opera lirica «coraggiosa che integra elementi vocali e strumentali e una vasta gamma di stili in una straziante allegoria della condizione dell’uomo nel mondo moderno». A Tyehimba Jess di Detroit per Olio, il Pulitzer poetico, per «un’opera particolare che mescola performance art con la più profonda arte della poesia, per esplorare la memoria collettiva e le sfide rappresentate dalle nozioni contemporanee di razza e identità».