Tra strade deserte, zone militarizzate, misure di sicurezza eccezionali, una città in balia di voci incontrollate su deliranti attentati e devastazioni in corso, rivelatesi «fake news» su cui è stata avviata un’indagine per procurato allarme, oggi a Bari (ore 9, Parco Due Giugno)  partirà il corteo «Puglia Contro il G7» promosso dal sindacalismo di base, da centri sociali, dal partito Alternativa comunista, dal movimento No Tap oltre che dai collettivi studenteschi.

Gli organizzatori hanno già denunciato le «narrazioni tossiche» che hanno creato un clima di paura in città e le misure repressive legate al decreto «Minniti-Orlando» con l’obiettivo di marginalizzare il dissenso. In un incontro intitolato «Daspo al G7», organizzato dal «Comitato G7 a Bari No Grazie» cui aderiscono anche Rifondazione Comunista, Usb, Gue – Sinistra Europea, Eurostop, Comitato contro la guerra, è stato denunciata la distorta interpretazione del concetto di sicurezza che comprime le libertà di movimento e punisce comportamenti difformi in nome del «decoro urbano». L’europarlamentare Eleonora Forenza ha ricordato la sospensione della libera circolazione prevista dal trattato di Schengen per via del G7 e ha denunciato il caso di Carmen, ricercatrice precaria e attivista del movimento «Non Una di Meno», allontanata da Bari con altri tre attivisti, per un provvedimento della Questura, proprio in vista del G7. Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, ha auspicato la costruzione di «reti più ampie» per combattere la frammentazione e ha richiamato la piattaforma «avanzata» che il Genoa Social Forum mise in campo nel 2001. Ha invitato a «connettere le lotte anti-capitaliste con quelle contro la guerra».

«La città è in ostaggio, molte zone sono chiuse con blocchi di cemento armato anti-carro – racconta Claudio Riccio di Sinistra Italiana – Bari non è stata bloccata da “facinorosi manifestanti in arrivo dalla Grecia”, ma dai ministri dell’economia che dopo anni di politiche di tagli e austerità sono così delegittimati dal popolo da averne paura».

Padre Alex Zanotelli, intervenuto in un incontro al Politecnico di Bari, ha sostenuto che il potere ha paura quando la gente si muove, come avvenne a Genova nel 2001. Parlando della sua interpretazione del vangelo, a partire dagli oppressi e dagli schiacciati da «o Sistèm» (lavora a Napoli), ha ribadito che i diritti sono minacciati dal sistema economico-finanziario e dalle guerre in cui prevale la legge del più forte. «La nostra generazione – ha detto – deve chiedere scusa ai giovani per aver devastato l’ambiente».

Continua a Parco Due Giugno «L’altro vertice – Molti più di sette» organizzato tra gli altri da Rete della Conoscenza, Sinistra Italiana, Cgil, Link, Missionari Comboniani, No Triv, No Tap. «Pratichiamo un modello di sviluppo e un’idea di società differenti da quelli che i sette grandi della terra discutono chiusi nelle loro stanze».