Certe volte, quando facciamo i testi individuali, alcuni di voi dicono che non sanno cosa scrivere…. Dovreste ormai sapere che per allungare una frase o un testo il segreto è farsi delle domande. Per esempio…. Iniziamo con la frase minima Cristina piange.

«Come? Cristina piange forte». «Cristi piange forte da ieri sera. da quando piange forte? E’ un’altra continuazione!» «Cristina piange forte da ieri sera. Ga trovato un gioco rotto, il suo preferito». «Quale è il suo gioco preferito? Allora diventa: Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto, il suo preferito: l’orsacchiotto Trudy». «E’ finita». «No, può andare avanti ancora. Si può andare avanti finché si vuole e salta fuori una storia». «Ma questa è già una storia». «Dico una storia più lunga». «Bisogna farsi delle altre domande». «Per esempio, se l’orso è rotto, chi l’ha rotto? Chi è il colpevole? Così diventa: Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. È colpa del suo cane».

«Come si chiama il suo cane?» «Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. E’ colpa del suo cane Ernesto». Ma Ernesto non è un nome da cane». «Va bene Ernesto. Può benissimo esserci un cane che si chiama Ernesto». «Adesso ci vuole un’altra domanda. Tipo Come è Ernesto? Di che colore?» «Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. È colpa del suo cane Ernesto, un cucciolo bianco e marrone». «Mi sembra una storia un po’ triste. Il personaggio principale non so se è Cristina o il suo l’orso Trudy, ma a me sembra Cristina, infatti all’inizio c’è Cristina, non c’è il suo orsacchiotto Trudy». «Come è il suo cane. Il suo cane è giocherellone. Allora adesso la storia diventa: La storia è Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. E’ colpa del suo cane Ernesto, un cucciolo bianco e marrone e molto giocherellone». «Per me il cane non voleva rompere l’orso Trudy, solo che era molto giocherellone e l’ha rotto ugualmente».

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«Per me possiamo fare che adesso nella storia ci sono anche degli altri personaggi». «Sì, così la storia diventa più varia». «Chi può esserci vicino a Cristina che sta piangendo con il suo orsacchiotto rotto in mano?» «Per me sua mamma». «No, facciamo suo papà che la consola e gli dice che l’aiuta ad aggiustare l’orso». «Allora adesso come diventa la storia? Non mi ricordo più….» «Inventare le storie in questo modo è bello ma anche noioso, maestro, perché bisogna sempre cominciare da capo per aggiungere qualcosa». «E’ vero. A me piace più quando inventiamo le storie normale».

«Vabbe’, abbiamo finito? O aumentiamo ancora? Scriviamo la storia ancora più lunga?» «Per me per essere una bella storia ci devono essere più personaggi, non può esserci solo Cristina e il suo cane». «Per me lei piange e allora c’è qualcuno che la consola. Consola Cristina, intendo. E magari la aiuta anche ad aggiustare il suo orsacchiotto». «Io non ho capito se è il suo cane col pelo marrone e bianco o il suo orso». «Per me vicino a lei ci può essere sua mamma. O una sorella più grande».

«No. Per me possiamo fare che c’è suo padre che se ne intende di più ad aggiustare gli orsi giocattolo e allora la storia diventa: «Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. È colpa del suo cane Ernesto, un cucciolo bianco e marrone e molto giocherellone. Suo papà Marco cerca di calmarla e le dice: «Non disperarti! Vedrai che insieme riusciremo ad aggiustare il tuo orsacchiotto Trudy».

«Ma tu hai aggiunto un pezzo lunghissimo. Bisognava aggiungere una parola alla volta». « Non è vero. Uno può fare l’allungamento come vuole. Però è meglio che iniziamo a scrivere questa storia con tutte le parole giuste». «Adesso però è finita». «No, facciamo l’ultimo allungamento. Cristina piange forte da ieri sera. Ha trovato un gioco rotto: l’orsacchiotto Trudy. E’ colpa del suo cane Ernesto, un cucciolo bianco e marrone e molto giocherellone. Suo papà Marco cerca di calmarla e le dice: «Non disperarti! Vedrai che insieme riusciremo ad aggiustare il tuo orsacchiotto Trudy. Allora Cristina smette di piangere e si calma. Fine». «Bene, così è finita proprio, perché