A poco più di una settimana dal suo arresto il 23 maggio scorso, la televisione bielorussa ha trasmesso un secondo video del giornalista e dissidente Roman Protasevich, in cui il fondatore di Nexta – canale Telegram legato all’opposizione – ha confessato di aver contribuito all’organizzazione di manifestazioni in violazione dell’ordine pubblico.

Allo stesso modo di quello diffuso il 24 maggio scorso (sempre da «Ont», la seconda emittente statale bielorussa), il filmato è stato criticato dai suoi sostenitori: anche Anna Krasulina, portavoce della leader di opposizione Svetlana Tikhanovskaya, ha affermato che le dichiarazioni di Protasevich sarebbero state «estorte attraverso pressioni fisiche e psicologiche», definendo il giornalista (accusato di aver organizzato rivolte di massa, gravi violazioni dell’ordine pubblico e incitamento all’odio sociale) come un ostaggio.

«Ammetto apertamente che ero tra le persone che invitavano ad uscire per strada: mi sono dichiarato colpevole e ho capito che i miei appelli hanno causato disordini incontrollabili», dice nel filmato. A far dubitare della veridicità della confessione non sarebbe poi solo questo, ma anche il fatto che nel video Protasevich abbia lodato più volte il presidente bielorusso Lukashenko: un’inversione brusca dalla sua precedente attività di forte critica nei confronti del regime nel paese.

Nessun riferimento, invece, alle accuse che i media bielorussi avevano precedentemente mosso nei suoi confronti in merito alla sua presunta partecipazione alla guerra del Donbass in Ucraina e ai suoi presunti legami con il battaglione nazionalista Azov.

Il nuovo filmato di Protasevich arriva nel pieno della crisi scoppiata dopo che il governo bielorusso ha dirottato lo scorso 23 maggio il volo Ryanair FR4978 da Atene a Vilnius su cui il dissidente stava viaggiando, forzando il velivolo ad un atterraggio di emergenza dopo che le autorità locali avevano riferito che a bordo era stato piazzato un ordigno esplosivo (allarme rivelatosi poi infondato).

Proprio ieri, nello stesso giorno della visita a Varsavia di Svetlana Tikhanovskaya in occasione del 32mo anniversario delle prime elezioni «semilibere» polacche nel 1989 (la leader di opposizione ha poi in programma una visita a Praga dal 7 al 10 giugno), il Consiglio dell’Unione europea ha annunciato un rafforzamento delle misure restrittive imposte dopo il dirottamento del 23 maggio. In particolare, è stato introdotto per qualsiasi vettore bielorusso (anche quelli commerciali) il divieto di sorvolare lo spazio aereo comunitario, così come l’accesso a qualsiasi aeroporto dell’Unione.