Lo status di «giovane compositore» possiede in Italia, come si sa, confini assai incerti e sfumati: si può godere la fortuna o la sciagura di questo stigma anche se si è passata da un pezzo la soglia del mezzo secolo di vita… Effetto della vaghezza del termine (quando si smette, in effetti, di essere giovani se si fa lo strambo mestiere di scrivere musica?), ma anche della retorica che attribuisce alla «giovane promessa», quasi per investitura elettiva, un candore e una verginità creativa sconosciuti sia al «venerato maestro» che al «solito stronzo» (per ricorrere al sublime paradigma arbasiniano). Ma proviamo...