Un anno di cassa integrazione assicurata – e ci mancherebbe – più l’«impegno politico» a prolungarla nel 2023. Per quasi 8 mila dipendenti Alitalia che non decolleranno con Ita ieri sono arrivate le prime garanzie. «Piccoli passi avanti», sintetizzano i sindacati confederali che però arrivavano al tavolo al ministero del Lavoro di ieri mattina con la richiesta di «cassa integrazione fino al 2025, durata del piano industriale di Ita».

I LAVORATORI IN PRESIDIO dal mattino nella non vicina piazza della Repubblica – circa un migliaio – non si arrendono e molti di loro preparano la valanga di ricorsi annunciata ieri dal manifesto a causa del mancato rispetto della legge che regola la selezione del personale – i 2.800 assunti per decollare il 15 ottobre – in caso di acquisizione di ramo d’azienda – il cosiddetto «perimetro Aviation» – da parte di Ita.

Erano in attesa di notizie e sono stati informati sull’esito dell’incontro, decidendo di mantenere la mobilitazione. «Con la prima convocazione istituzionale da parte del ministro Orlando abbiamo fatto un piccolo passo in avanti nella direzione della tutela di tutti i lavoratori – ha spiegato il segretario nazionale della Filt Cgil Fabrizio Cuscito – . Abbiamo avuto una parziale apertura dal ministero sulla cassa integrazione per il 2022 e il 2023, abbiamo ottenuto aperture sull’avvio di un tavolo di verifica per gli anni 2024 e 2025 e garanzie sulla formazione e riqualificazione dei lavoratori. Al ministro Orlando – sostiene infine Cuscito – abbiamo posto la tematica del rispetto del contratto nazionale da parte di Ita e il ministro ha auspicato normali rapporti sindacali e quindi la ricomposizione delle relazioni industriali. Per quanto ci riguarda serve un ravvedimento da parte di Ita e la riapertura del tavolo di confronto».

«C’è l’impegno del governo ad introdurre la norma per permettere» l’estensione della cassa integrazione al 2023», gli fa eco Ivan Viglietti, segretario nazionale della Uilt».
La cassa integrazione straordinaria, scaduta a settembre, sarà prorogata di almeno un anno nel tavolo già convocato per martedì. Mentre il 10 ottobre riprenderà il confronto su come estendere gli ammortizzatori sociali anche nel 2023: serve una norma ad hoc. Più critica l’Usb: «Noi ci aspettavamo di più. C’è un impegno del ministro a proseguire con una norma per un anno di Cigs ma non risolve la vertenza perché restano troppi lavoratori scoperti. La cassa integrazione per i lavoratori è fino al 2022 con l’impegno per il 2023 – spiega Cleofe Tolotta – . C’è moltissimo da fare e ancora non ci sono le soluzioni concrete per tutti i lavoratori», ha sottolineato.

LA CUB HA INVECE DENUNCIATO di essere stata nuovamente esclusa dal tavolo.

Di fronte ai sindacati erano schierati il ministro Orlando e due viceministri: Laura Castelli del Mef e Teresa Bellanova dei Trasporti.
«Volevamo fare un primo passo, l’importante è che fosse nella direzione giusta e mi pare che così sia stato – ha commentato nel pomeriggio Orlando – . Diamo un elemento di certezza in più ai lavoratori di Alitalia, non potevamo darli tutti perché ci sono alcuni passaggi che vanno ancora espletati, ma credo che sia stato apprezzato il fatto che questo punto di riferimento ora c’è».

DAL FRONTE POLITICO Stefano Fassina – ancora una volta in piazza ieri con i lavoratori – rilancia la mozione di maggioranza per impegnare il governo – azionista unico – a intervenire su Ita: «Ringrazio il ministro Orlando per l’impegno ad attivarsi per il rispetto del contratto nazionale, ma il compito decisivo è ora del parlamento: martedì, dopo il rinvio di settimana scorsa, la Camera deve approvare la mozione su Ita depositata dalla maggioranza: riaprire il confronto tra Ita e i sindacati, applicare la normativa italiana e europea sul contratto, sulla cessione del ramo d’azienda e sul cambio appalto e ad estendere gli ammortizzatori sociali fino al funzionamento a regime del piano industriale».

INTANTO ENTRO LE 14 DI LUNEDÌ dovranno arrivare ai commissari le offerte vincolanti per il brand Alitalia. La base d’asta è di 290 milioni, ma il presidente di Ita Alfredo Altavilla l’ha definita «irrealistica». Nel frattempo ha annunciato l’acquisto di 28 Airbus per 1,7 miliardi: i primi però arriveranno solo a metà 2022. Un uso dei soldi pubblici quanto meno discutibile.