Primarie che fai, caos che scoppia. Anche a destra. Oggi è convocata la prima riunione del tavolo delle regole a Palazzo Grazioli, la casa-ufficio di Berlusconi. La corsa non è neanche iniziata ma provoca già malumore fra i forzisti. Dopo la «discesa in campo» dei due neocoordinatori Mara Carfagna e Giovanni Toti, anche la presidente dei deputati Maria Stella Gelmini si è lanciata a mezzo Corriere della sera. Anche lei, come Carfagna, chiama a raccolta l’elettorato che non vuole una Forza Italia «stampella della Lega». Per Gelmini Toti «è partito con il piede sbagliato. Il board non è stato ancora convocato e lui già si è mosso comportandosi da leader, dimenticando che è un nominato come tutti noi». Altri malumori vengono allo scoperto: per l’ex golden boy Alessandro Cattaneo «senza regole chiare queste candidature non hanno senso. Quando iniziamo a parlare agli italiani invece che tra di noi in esasperati esercizi di tattica politica?». Ma lo scontento più pesante è ovviamente quello del padrone di casa: in un inedito amore per il gioco pulito, non avrebbe gradito le autocandidature dei rappresentanti del board. Così il «processo inclusivo» rischia di trasformarsi in un ring.