A quasi un anno dall’offensiva “Margine Protettivo” contro Gaza, una delegazione della Corte Penale Internazionale (Cpi) arriverà alla fine del mese (pare il 27 giugno) a Gerusalemme per un esame preliminare su crimini di guerra e contro l’umanità commessi nei Territori palestinesi occupati. La missione, scriveva ieri il quotidiano di Tel Aviv Haaretz, stabilirà se ci sono le basi per affermare l’esistenza di crimini e se questi siano di competenza della Cpi. Saranno presi in esame non solo i crimini attributi a Israele ma anche quelli eventuali dei palestinesi. Lo scorso primo aprile la Palestina ha ufficialmente aderito alla Cpi, tra le proteste del governo Netanyahu e l’opposizione degli Stati Uniti, e i suoi rappresentanti hanno annunciato la presentazione di una richiesta di procedimento contro Israele per la colonizzazione ebraica della Cisgiordania occupata e l’attacco contro Gaza.

 

Intanto si è appreso che l’Olp si accingerebbe a chiedere l’adesione della Palestina anche alla Convenzione dell’Opac, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, rafforzando la sua base giuridica dopo il riconoscimento come Stato non-membro da parte dell’Onu. I membri dell’Opac sono 190, compresi Russia e Usa, i due maggiori Stati detentori di armi chimiche. Israele, che, secondo esperti internazionali, possiede un arsenale atomico segreto, non intende ratificare la Convenzione finché, proclama, l’intera regione non sarà libera da armi di distruzione di massa. Gli altri cinque Paesi non aderenti all’Opac sono Egitto, Corea del Nord, Sud Sudan, Angola e Birmania.