Cerere(foto di Gianluca Baronchelli

Lo scorso 18 marzo, il Museo Nazionale del Bardo di Tunisi fu teatro di un feroce attacco jihadista, nel quale persero la vita 24 persone. Malgrado le opere – prevalentemente mosaici romani – conservate in uno dei più ricchi e coinvolgenti musei del Mediterraneo non abbiano subìto danni di rilievo, si può senza dubbio considerare il Bardo come una delle vittime del terrorismo di un 2015 caratterizzato da morti e distruzioni (anche metaforiche) del patrimonio dell’umanità.

Per opporsi e riparare a quest’accanimento sulla cultura – valore riconosciuto dallo Stato Islamico solo per finanziare il jihad attraverso il traffico illegale di reperti – la Fondazione Aquileia, affiancata dalla Soprintendenza Archeologica e dal Polo Museale del Friuli Venezia Giulia, ha presentato ieri nella sede del Collegio Romano a Roma il progetto Archeologia Ferita. Si tratta di un’iniziativa che, con cadenza semestrale, porterà al Museo Archeologico Nazionale di Aquileia oggetti provenienti da musei e siti colpiti dai guerrieri iconoclasti di Daesh.

I primi «profughi archeologici» ad approdare nell’antica colonia romana dell’Alto Adriatico viaggeranno da Tunisi per l’esposizione Il Bardo ad Aquileia, visitabile dal prossimo 6 dicembre e fino al 31 gennaio 2016. La mostra – realizzata in collaborazione con Edison, Camera di Commercio Industria e Artigianato di Udine e Banca Credito Cooperativo di Fiumicello e Aiello – mira ad offrire una panoramica dell’arte e del pregevole artigianato fioriti nelle province africane tra I e III secolo d.C. Le opere che Moncef Ben Moussa, direttore del Bardo, ha concesso in prestito con fiducia nel loro potere a dissolvere barriere, dialogheranno con i manufatti aquilesi per testimoniare e rinnovare quella fervente circolazione di merci, culture, religioni e idee che in età romana animò il bacino del Mediterraneo. Iscritta dal 1998 nella lista Unesco del World Heritage, Aquileia è infatti il luogo di una felice convivenza avveratasi tra romani, giudei, greci e alessandrini in un passato lontano eppure ripetibile.

Per gli alti valori universali che trasmette, il progetto ha ricevuto il sostegno del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini e della sua omologa tunisina Latifa Lakhdar. Ad esprimersi positivamente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, convinto che Il Bardo ad Aquileia varrà a «vivificare i legami profondi che ispirano l’amicizia e la stima tra Tunisia e Italia».

Tra le otto meraviglie del Bardo che si potranno ammirare ad Aquileia si annovera un pannello musivo (1,25 x 0,68 metri) del II secolo d.C. rinvenuto nella Casa dei Laberii a Uthina (Oudna) e nel quale è raffigurata Cerere mentre tiene una falce e un cesto (kalathos) colmo di spighe. Una rassegna nata sotto gli auspici della dea delle messi non può che far sognare nuove primavere di pace.