Fin dai gloriosi album con il power trio post punk The Jam, abbiamo sempre saputo che sotto l’aspetto ribelle di Paul Weller batte il cuore di un vero poeta. E di un profondo conoscitore del pop in ogni sua sfumatura, come ha dimostrato con i capolavori incisi sotto il nome di The Style Council. Oggi il modfather pubblica il suo sedicesimo album in studio e non è mai sembrato così libero e vivo di fronte alle possibilità della musica. E della vita. Durante il lockdown, Weller ha registrato dodici nuove tracce, fondendo con la consueta classe soul, rock psichedelico e ballate pastorali. Snello, preciso e tagliente, l’album spazia in tutti i generi, legati insieme da una forza melodica sorprendente. A poco meno di un anno di distanza dal bellissimo On Sunset, il viaggio musicale del cantautore comincia con Cosmic Fingers, azzeccatissima fusione del sound dei Blur dell’epoca Parklife e quello punk di Ian Dury. Glad Times e That Pleasure, con i suoi archi travolgenti e ricchi di pathos, ci riportano immediatamente alle atmosfere di hit anni 80 come Shout to the Top! mischiate al lirismo di Burt Bacharach. Mentre Moving Canvas è un omaggio rock blues dichiarato a Iggy Pop.