Oltre mille lavoratori dai porti Trieste, Civitavecchia, Napoli, Salerno, Ravenna, Livorno e Venezia ieri hanno manifestato a Genova. Il corteo è stato il culmine di tre giorni di sciopero indetto dai sindacati e condiviso anche da diverse associazioni del settore come Assiterminal, Assoporti e Assologistica.

«Abbiamo dato una dimostrazione di determinazione – hanno commentano Enrico Poggi segretario generale Filt Cgil Genova, Mauro Scognamillo segretario generale Fit Cisl Liguria e Roberto Gulli segretario generale Uiltrasporti Liguria – chiediamo il rinnovo di un contratto scaduto alla fine del 2023 e condizioni di lavoro dignitose. Invitiamo non solo i lavoratori, ma la cittadinanza intera a sostenere questa battaglia per fare ancora una volta partire da Genova un messaggio inequivocabile».

Molto alta l’adesione che, secondo i sindacati, ha sfiorato punte del 97% coinvolgendo ogni tipo di mansione: operai portuali semplici e specializzati, gruisti, carrellisti, transtainerista (operatore del transtainer usato per caricare e scaricare container) che, in media guadagnano 21 mila euro lordi annui, con contratti di ingresso decisamente più bassi.

I sindacati hanno ricevuto una proposta di aumento salariale del 10%, pari a 180 euro, giudicati «non sufficiente a superare i problemi legati al rialzo dei costi causati dall’inflazione degli ultimi anni condizionata anche dagli eventi geopolitici come la guerra Russia-Ucraina». «Vogliamo che si riapra la trattativa in maniera concreta, siamo ancora lontani sia sulla parte economica che su alcune parti normative del contratto» ha spiegato Amedeo D’Alessio (Filt Cgil). «Bisogna recuperare il potere d’acquisto. Siamo partiti da Genova per dimostrare che siamo forti e pronti a organizzare manifestazioni in tutta Italia» ha detto Giuliano Galluccio (Uiltrasporti).