Mike Pompeo arriva oggi in Israele per testimoniare con la sua presenza l’importanza che l’Amministrazione Trump assegna alla costituzione, domani, del nuovo governo israeliano fondato sull’allenza tra il leader della destra Benyamin Netanyahu e il suo fresco alleato, il centrista Benny Gantz. Non è un caso che il giuramento dell’esecutivo, di cui Netanyahu sarà premier per i primi 18 mesi, avvenga nel 72esimo anniversario dalla proclamazione di Israele. La scelta simboleggia un nuovo capitolo della storia del paese, l’annessione unilaterale di una larga fetta di Cisgiordania palestinese a Israele destinata a rappresentare l’eredità politica di Netanyahu.

Il tema principale, nonostante non sia ufficialmente inserito nell’agenda ufficiale dei colloqui tra il segretario di Stato e i dirigenti israeliani, è proprio l’annessione allo Stato ebraico della Valle del Giordano e delle porzioni di Cisgiordania dove sono situati gli insediamenti coloniali, in linea con il piano annunciato da Donald Trump il 28 gennaio. Netanyahu non ha dubbi. Pompeo, ripete il premier, è qui per dare il via libera al suo progetto che, tra le proteste palestinesi e gli ammonimenti dell’Unione europea, dovrebbe partire il 1 luglio. Ha ragione. Tuttavia Pompeo fino a ieri sera non aveva chiarito se gli Stati Uniti daranno subito luce verde a Israele. Annunciando la sua missione il Dipartimento di Stato ha fatto riferimento alla crisi del coronavirus e all’Iran ma non ha parlato della Cisgiordania e di annessioni. «Questa è una decisione che dovranno prendere gli israeliani. Voglio capire cosa ne pensa la nuova leadership, il prossimo governo», ha detto Pompeo al quotidiano Israel HaYom.

Washington già una volta ha messo il freno a Netanyahu quando a febbraio voleva procedere all’annessione della Valle del Giordano. Ora è diverso. Netanyahu e l’Amministrazione Usa temono di non avere tempo a disposizione prima delle presidenziali americane di novembre e sono convinti che agire subito darà vita sul terreno a fatti compiuti che in seguito la comunità internazionale accetterà in un modo o nell’altro. La tensione non manca. L’Ue ripete che «l’annessione non è in linea con il diritto internazionale» e i ministri degli esteri europei ne discuteranno alla riunione di venerdì. Secondo indiscrezioni alcuni paesi europei vorrebbero minacciare subito l’adozione di sanzioni contro Israele per impedire che Netanyahu muova i suoi passi.

Intanto ieri sera continuava la caccia all’uomo avviata dall’esercito israeliano in Cisgiordania per catturare i responsabili dell’uccisione di un soldato a Yabad (Jenin). Il militare è stato colpito da una grossa pietra scagliata dal tetto di una abitazione mentre partecipava ad un raid nel villaggio palestinese ed è deceduto mentre veniva trasportato in ospedale. I reparti speciali dell’esercito israeliano compiono continue incursioni nei centri abitati palestinesi eseguendo decine di arresti.