Dalla Cina non arrivano solo virus ma anche un gioiellino di videogioco indipendente come LUNA: The Shadow Dust. La storia del suo sviluppo ricorda quello dei primi classici videoludici: Beidi Guo e Fox sono amici fin dalle scuole superiori e quando cominciano ad immaginare la storia di LUNA si fanno aiutare da una conoscenza comune, Wang Guan, già programmatore ad Ubisoft. Il progetto parte su Kickstarter ed arriva alla distribuzione tramite Steam su PC, Mac e Linux. Gli autori, a cui si aggiunge Wang Qian per le musiche, dichiarano di essersi ispirati al ciclo di Earthsea (in italiano lo si trova anche col titolo La saga di Terramare) di Ursula Le Guin: la luce non può sconfiggere l’oscurità ma in qualche modo le due devono equilibrarsi. Questo porta gli autori a creare una serie di enigmi che spesso mettono il giocatore alla ricerca di soluzioni che utilizzino non solo i personaggi ma anche le loro ombre e, contemporaneamente, evitino i pericoli innescati proprio dalla presenza delle ombre. Il gioco però non si riduce ad una sequenza di schermate da risolvere (come in tanti videogiochi indie) ma ricorda piuttosto l’andamento narrativo/poetico di Machinarium. Il gioco infatti narra una storia di caduta e risalita, tramite il progressivo recupero della memoria perduta. Il protagonista un ragazzo senza nome che deve risalire un’altissima torre con l’aiuto di un buffo animaletto a metà tra un gatto ed una palla animata. Senza alcun ricorso al linguaggio (neanche nei menù extragame) il ragazzo deve risolvere gli enigmi che gli permetteranno di volta in volta di accedere al piano superiore. Non si tratta solo di problemi logici da superare utilizzando anche la specificità delle ombre, ma in alcuni casi anche di velocità e abilità. Il tutto utilizzando una bellissima animazione completamente disegnata a mano, sia gli sfondi che i personaggi. E gli autori sono bravi a sfruttare al massimo questa tecnica creando ambienti artisticamente sontuosi che per il giocatore è un piacere dover studiare al fine di risolvere gli enigmi ad essi collegati. L’obiettivo: raggiungere la cima della torre, recuperare la memoria, contrastando le ombre che cercano di bloccarci e tornare a farci cadere, e ripristinare la luminosità lunare, esattamente la fonte delle ombre ma anche la luce che le tiene a bada impedendo che esse dilaghino. Si tratta di un’esperienza di gioco breve (un paio d’ore al massimo) ma che resterà nel cuore dei giocatori.