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Evasione da Poggioreale, il carcere «fuori controllo»

Evasione da Poggioreale, il carcere «fuori controllo»I segni dell'evasione dal carcere di Poggioreale, Napoli

Giusto la settimana scorsa il Garante nazionale dei diritti delle persone private di libertà, Mauro Palma, aveva denunciato in un dettagliato rapporto la situazione «preoccupante» e «poco sotto controllo» del […]

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 27 agosto 2019

Giusto la settimana scorsa il Garante nazionale dei diritti delle persone private di libertà, Mauro Palma, aveva denunciato in un dettagliato rapporto la situazione «preoccupante» e «poco sotto controllo» del carcere napoletano di Poggioreale, lo stesso dal quale domenica è evaso – con una banale quanto rocambolesca fuga tramite lenzuola usate per calarsi – un detenuto polacco 32enne, Robert Lisowski, condannato per omicidio e considerato molto pericoloso.

Le ricerche proseguono ora almeno allo stesso ritmo con il quale si sottolinea che da oltre cento anni non accadeva un fatto simile in quel penitenziario. La realtà però è che la denuncia del Garante è caduta nel vuoto, prontamente smentita dalla direttrice di Poggioreale Maria Luisa Palma che da Gnews, il quotidiano online del ministero di Giustizia, ha difeso a spada tratta il proprio operato rivendicando perfino un tardivo trasferimento ad altri istituti di una parte di quei reclusi che risultavano eccedenti nel giugno scorso (erano 2.373, su 1.633 posti previsti e una capienza reale di 1.515), quando, poco dopo la visita del Collegio del Garante, scoppiò perfino una rivolta tra i detenuti.

«Pur non negando la buona volontà della direzione, si tratta di una situazione che non è del tutto sotto controllo», spiega Mauro Palma che parla di una struttura «non solo sotto organico» ma anche dove le condizioni di lavoro sono difficili, «come per gli uffici della matricola, ubicati in un semi-interrato insalubre». «Se le condizioni sono disagiate per i lavoratori, sono disagiatissime per i detenuti», sottolinea poi Palma che in ogni caso non intende puntare il dito contro nessuno per l’avvenuta evasione.

E però, se i sindacati di polizia penitenziaria parlano di «evasione annunciata» per via della «mancanza di uomini e mezzi» più volte denunciata, secondo l’Osservatorio sulle condizioni di detenzione dell’associazione Antigone non c’è alcuna emergenza evasioni in Italia, e semmai c’è un’emergenza per la violazione sistematica dei diritti umani dei detenuti. «In media, ogni anno, escono legittimamente dal carcere 60 mila persone e meno di dieci escono illegittimamente – spiega Alessio Scandurra – Queste ultime vengono riprese, peraltro, in tempi molto brevi. Quindi, l’emergenza non sono le evasioni ma certamente le condizioni di detenzione. La situazione del personale è, in generale, critica in tutto il Paese – continua l’esperto di Antigone -, sulla carta viene stabilito un determinato organico mentre nella pratica è inferiore. Nonostante questo, siamo uno dei Paesi europei con il più alto numero di agenti per detenuti».

A Poggioreale però, sottolinea Scandurra, è in servizio un poliziotto ogni 3,1 detenuti, a fronte di una media nazionale di 2,1 reclusi per agente. Ma il punto cruciale che pochi colgono è che a Poggioreale vi è una carenza «strutturale», nonostante gli sforzi di direzione e volontari, come riferisce Scandurra. Carenza di educatori, psicologi, formatori, insegnanti. E ben più pesante che di agenti, a Napoli come in tutti gli altri carceri d’Italia. La sicurezza si costruisce anche – e forse soprattutto – con loro.

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