Dal 3 luglio 2021 nell’Unione Europea, gli oggetti di plastica usa e getta come posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini non possono più essere messi in commercio. Esaurite le scorte dei negozi, questi oggetti dovrebbero scomparire dalla nostra vita (quelli nuovi, perché con quelli vecchi non correttamente smaltiti, avremo a che fare per secoli). Si chiude così l’iter, iniziato nel 2018, della direttiva europea sulla plastica monouso e segna un passo avanti la battaglia contro la follia di utilizzare per prodotti mono-uso un materiale ideato per essere indistruttibile.

Tra l’Italia e l’Ue è ora in atto un braccio di ferro per mantenere una deroga, prevista nella nostra legge di recepimento della direttiva, legata all’esonero dal divieto dei prodotti realizzati in plastica biodegradabile e compostabile nei casi in cui non sia possibile l’uso di alternative riutilizzabili. Per certi versi si tratta di un cedimento rispetto alla direttiva dettato dal fatto che l’industria italiana è molto forte nel settore delle cosiddette bioplastiche. Ma se le scelte del legislatore sono determinanti per definire un’efficace strategia di riduzione della produzione e del consumo delle plastiche, anche noi consumatori possiamo provare ad indirizzare il mercato verso la sostenibilità. Sulla pagina wwf.it/ecotips si trova un semplice decalogo per ridurre l’utilizzo della plastica monouso nelle nostre scelte quotidiane:

1. Spesa senza plastica. Scegli il mercato rionale dove tutto è sfuso e le sporte le porti tu. Ma anche al supermercato puoi trovare tanti prodotti sfusi.

2. Saponi e dintorni. Nella vita usiamo 300 spazzolini: meglio quelli a testina intercambiabile. Eco ricariche per i saponi e pettine in legno.

3. Colazione al naturale. Apparecchia con tovagliette in cotone. No a tazze e piattini in plastica e per i più piccoli biberon in vetro. Caffè con la moca e, se non puoi farne a meno, cialde compostabili.

4. Cani e gatti ‘eco’. Per la pappa ciotole in ceramica o acciaio, giocattoli in corda, sacchetti in bioplastica per gli escrementi e una bella cuccia di legno o un cesto di vimini per riposare.

5. Non solo birra alla spina. Scegli detersivi alla spina e incoraggia i negozianti a dotarsi del “refill”. E poi guanti e panni riutilizzabili, spugnette in cellulosa, mollette stendipanni di legno.

6. Ufficio plastic-free. Evita il bicchierino alla macchinetta e le stoviglie monouso: porta la tazzina o il piatto del servizio ‘spaiato’. Borraccia dell’acqua sulla tua scrivania e brocca e bicchieri di vetro alle riunioni.

7. No plastic, yes party! Ai cocktail la cannuccia e l’agitatore monouso non servono. Meglio le stoviglie ‘vere’ e se i coperti sono troppi, bioplastica, carta o bambù sono un buon compromesso. Niente palloncini, sì ai festoni.

8. In cucina senza plastica. Impara a conservare i cibi senza pellicole. Scegli alternative alla plastica anche per mestoli, taglieri, ciotole, scolapasta.. Accendini ricaricabili per i fornelli.

9. Cono vs coppetta. Ogni anno mangiamo in media 6 kg di gelato a testa: hai mai pensato allo spreco di plastica per cucchiaini, coppette e imballaggi? Opta per il cono in cialda di cui non si getta nulla… soprattutto se è buono!

10. Sport senza plastica. Il tappetino per lo yoga è disponibile anche in fibra di bambù: quelli in plastica quando si rovinano non sono riciclabili e vanno gettati nell’indifferenziata. Tute, canottiere e t-shirt in tessuti naturali. Accappatoio e asciugamani in spugna e non in microfibra.