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Pitchaya Sudbanthad, nella partitura della memoria

Intervista. A colloquio con lo scrittore thailandese che nel suo esordio letterario, «Sotto la pioggia» edito da Fazi e in libreria dal 4 marzo, si interroga su molti nodi del presente. «La globalizzazione ha fatto in modo che le cose esistano fuori dal tempo e dallo spazio. Posso camminare tra templi antichi e grattacieli, così come in certe zone di Bangkok come fossi a Brooklyn»
Pitchaya Sudbanthad, nella partitura della memoria
Nella foto, Pitchaya Sudbanthad
Intervista. A colloquio con lo scrittore thailandese che nel suo esordio letterario, «Sotto la pioggia» edito da Fazi e in libreria dal 4 marzo, si interroga su molti nodi del presente. «La globalizzazione ha fatto in modo che le cose esistano fuori dal tempo e dallo spazio. Posso camminare tra templi antichi e grattacieli, così come in certe zone di Bangkok come fossi a Brooklyn»
Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 marzo 2021
Simone Pieranni
Pubblicato circa un anno faEdizione del 2 marzo 2021
il manifesto/pitchaya sudbanthad, nella partitura della memoria
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