“Non stiamo commentando un fallimento, all’inizio di Expo manca un anno e siamo ancora in tempo per riuscire a cogliere questa importante occasione. Certo dobbiamo dimostrare di meritarlo”. Piefrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali di Palazzo Marino, il politico più a sinistra del Pd milanese, non ha nessuna intenzione di arrendersi a chi dice non ci siano più le condizioni per ospitare la fiera universale. Applaude all’azione della magistratura e non fa sconti al suo partito.

Com’è possibile che Primo Greganti avesse ancora la tessera del Pd?

Mi chiedo con quale cervello ribaltato sia stata permessa una cosa del genere senza neppure un dibattito pubblico. Questo dimostra che c’è ancora un eccesso di sottovalutazione della questione morale, ma non accetto un dibattito generico contro la politica e il Pd a prescindere da elementi specifici e chiari.

D: Cosa intende dire?

Credo che in questi casi si abbia il dovere di essere puntuali, fermi e duri. Al momento non mi risulta che siano indagati esponeti del Pd nazionale o locale. Questo non vuol dire che non vada posto anche al nostro interno, in modo molto più forte, il tema della trasparenza e della moralità e che vadano gettate le basi perché si sviluppino gli anticorpi contro vicende al limite del surreale come quelle che emergono da inchieste come queste.

Sì, ma basta il nome di Greganti o le indagini sulla Città della salute a Sesto san Giovanni, ex feudo di Penati e da sempre vostra roccaforte, per gettare ombre sul Pd. Per non parlare dei contatti presunti o millantati tra la “cupola” e i veritici del partito…

Bisogna partire dai dati di fatto. Non ci sono indagati del Pd. Questo però non significa che possiamo stare tranquilli. Un conto è la responsabilità giuridica, altro quella politica. Non possiamo fermarci solo al rispetto delle regole. Sono il primo a chiedere che la magistratura faccia chiarezza, ma proprio per sapere come stanno le cose su basi serie bisogna uscire da generalizzazioni. E’ fin troppo facile buttare fango su tutto e comunque non aiuta a capire. Per quanto riguarda la Città della salute a Sesto, com’è noto, io ero contrario a quel progetto.

Ormai questa vicenda è diventata il campo di battaglia delle elezioni europee, e anche Renzi si gioca la faccia.

La campagna elettorale può amplificare tutta la vicenda. Ma fuori dalla propaganda bisogna lasciare lavorare la magistratura e allo stesso tempo la politica deve fare la sua parte. Per quanto riguarda il Pd, deve recidere alcuni legami che sono ancora opachi e poco chiari. Però vorrei anche sapere se il ministro Lupi, citato 30 volte nelle pagine dell’inchiesta, è il braccio armato di Cl o se Cl fa solo parte della sua storia.

Appunto, Renzi deve sempre venire a patti con la sua strana maggioranza, come può aggiustare tutto e per di più in corso d’opera?

Credo che la nomina di Cantone sia una buona mossa. Non sono mai stato un fan delle larghe intese, avrei preferito che il governo fosse legittimato da un passaggio elettorale. Così invece bisogna operare all’interno di un equilibrio molto difficile, ma questo non vuole dire che bisogna rinunciare. Non portare a termine Expo sarebbe un errore tragico.

I controlli e la magistratura però sembrano in contrasto con l’esigenza di fare presto. Non c’è il rischio di ricadere nella solita logica dell’emergenza?

Non credo ci si debba spaventare dei controlli, non abbraccio la retorica della velocità, la magistratura è un alleato, non un nemico, e i controlli permettono di fare le cose bene.

Pisapia è stato criticato ancora una volta dall’ex assessore all’Expo Stefano Boeri. Palazzo Marino poteva fare meglio?

Siamo arrivati con il treno dell’Expo già in corsa. Abbiamo dovuto confrontarci con molte ambiguità, con i rivolgimenti in Regione e con la lunga assenza del governo. Il sindaco non aveva molta possibilità di agire diversamente. Anzi, è stato colui che più di tutti ha voluto controlli seri.