Chissà se mentre a Palazzo Chigi si continuava a discutere su quale ministero dovesse essere assegnata la delega sulle politiche antidroga, nella mente del premier pisano Enrico Letta un piccolo pensiero non sia stato dedicato a Canapisa, la street parade antiproibizionista che dal 2001 a fine maggio attraversa le strade della sua città e che tornerà in strada oggi. Nata su iniziativa di un gruppo di attivisti toscani reduci dalla street parade del «Movimento Di Massa Antiproibizionista» che aveva aperto la Conferenza governativa sulle droghe di Genova del novembre 2000 (quella in cui l’allora ministro Veronesi si disse favorevole alla depenalizzazione della cannabis), Canapisa è infatti, insieme alla romana Million Marijuana March, la più longeva tra le manifestazioni che si oppongono alla War On Drugs.

Negli anni Canapisa è diventato un appuntamento sempre più partecipato, mentre i suoi organizzatori hanno dato vita dal 2006 all’Osservatorio Antipro che fa parte del Progetto Rebeldia (l’attivissimo e multiforme centro sociale pisano che ha ritrovato casa nell’Ex Colorificio Toscano occupato nell’ottobre dello scorso anno) e che organizza tutto l’anno dibattiti ed eventi che hanno fatto crescere in città le ragioni della critica antiproibizionista. In tutto questo tempo, naturalmente, non sono mancati vari tentativi di impedire lo svolgimento della street parade, tanto da parte dell’aggressiva destra pisana quanto da parte dell’attuale giunta comunale Pd-IdV-Psi del sindaco Marco Filippeschi. Nel 2010 era addirittura intervenuto Carlo Giovanardi in persona, l’allora sottosegretario alle politiche antidroga, che , dopo esser riuscito ad esiliare in Spagna il festival reggae Rototom Sunsplash, aveva diffuso una nota ufficiale, chiedendo «al Procuratore della Repubblica, al Prefetto, al Questore e al Sindaco di Pisa misure straordinarie di controllo dell’ordine pubblico» in occasione appunto di Canapisa. Missione fallita, visto che proprio nel 2010 Canapisa aveva avuto il suo record di presenze con oltre 5000 persone in piazza e anche i quotidiani locali, che fino ad allora avevano dato spazio solo alle critiche, titolavano cose tipo «Pisa come Berlino» (nel senso della Berlino della Love Parade) e sottolineavano l’efficienza del servizio di pulizia autogestito. Negli ultimi anni, infatti, per ridurre l’impatto ambientale della manifestazione, l’Osservatorio ha organizzato squadre di volontari che stanno in coda alla street parade rimuovendo i rifiuti e facendo la raccolta differenziata di vetro e lattine.

Adesso a Pisa siamo in piena campagna elettorale e, se il sindaco Filippeschi ha scelto il silenzio, la destra (che, peraltro, si presenta alle elezioni divisa in due) non ha mancato di lanciare i suoi strali di rito: il candidato sindaco del Pdl Mugnai ha definito Canapisa «uno scempio», mentre la Lega ha bollato i suoi partecipanti come «la peggio gioventù».
Previsioni meteo a parte, tutto lascia comunque pensare che anche quest’anno Canapisa sarà un successo.

L’appuntamento è in Piazza S. Antonio (a 200 metri dalla Stazione Centrale di Pisa), da dove alle 17 partirà la street parade.