Gli eventi meteorologici estremi che hanno colpito il Brasile nelle ultime settimane riaccendono nel paese il dibattito sui cambiamenti climatici. La grande varietà di climi e biomi rendono il Brasile un luogo privilegiato per comprendere le trasformazioni in atto. Secondo il Centro di monitoraggio dei disastri naturali, «il territorio brasiliano è alle prese con gli effetti inattesamente rapidi del cambiamento climatico e si registra un susseguirsi di eventi di portata straordinaria».

NEL CORSO DEL 2021 PERIODI particolarmente lunghi di siccità hanno interessato vaste aree con temperature record nel sud del paese. In settembre e ottobre ripetute tempeste di sabbia e polvere si sono abbattute sulle aree urbane di San Paolo e Belo Horizonte. Sono sempre più estese le zone in cui la vegetazione è stata distrutta e il suolo sempre più secco e polveroso viene spazzato dai venti. La meteorologa brasiliana Estael Sias sostiene che «il calore è in continuo aumento nell’atmosfera e viene trasformato in energia per eventi meteorologici estremi: venti di forte intensità, siccità prolungate, temporali violenti e allagamenti, brusche variazioni di temperatura».

Nel mese di dicembre, con l’inizio dell’estate brasiliana, sono arrivati i temporali tanto attesi. Ma si sono manifestati sotto forma di piogge torrenziali che hanno flagellato inizialmente lo stato di Bahia, nel nord-est del Brasile, per poi estendersi negli stati di Minas Gerais, San Paolo, Rio de Janeiro. L’Istituto di meteorologia ha rilevato che in queste aree la quantità di pioggia che è caduta in pochi giorni va dai 500 ai 700 mm, un valore che si raggiunge in una intera stagione.

Secondo l’Istituto dell’ambiente e delle risorse idriche, in dicembre sul territorio dello stato di Bahia è caduta la maggiore quantità di pioggia degli ultimi 32 anni. A Salvador, la capitale, le precipitazioni hanno raggiunto i 250 mm, un dato 5 volte superiore alla media. La città di Itaberaba ha ricevuto in 48 ore quasi 300 mm di pioggia, quantità che normalmente cade in un mese. In tutta la regione si sono registrate inondazioni, frane, distruzioni di case, interruzioni delle vie di comunicazione. I comuni colpiti sono stati 116, di cui 100 in condizione di grave emergenza.

IL BILANCIO DI 27 MORTI, 360 FERITI, 80 mila sfollati indica che si tratta del più grave disastro provocato dalle piogge nello stato di Bahia, dove storicamente la popolazione combatte contro la siccità e i fenomeni di desertificazione. Le piogge torrenziali, spostandosi verso sud, hanno investito Minas Gerais ed Espirito Santo. Nel Minas, il cui territorio presenta una situazione di grave fragilità a causa delle devastazioni prodotte dalle attività minerarie, sono stati 341 i municipi che hanno dichiarato lo stato di emergenza, compresa la capitale Belo Horizonte. Nella regione, a causa del rischio di tracimazione di 42 dighe minerarie, decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare le loro case. I temporali si sono poi abbattuti sullo stato di San Paolo, il più popoloso del Brasile con i suoi 50 milioni di abitanti.

NELL’AREA METROPOLITANA della capitale sono caduti in 48 ore 260 millimetri di pioggia che hanno causato frane e allagamenti, con 30 morti e migliaia di famiglie senza casa. A metà febbraio le piogge torrenziali hanno colpito lo Stato di Rio de Janeiro, in particolare la regione montuosa dove si trova, a 60 km dalla capitale, la località turistica di Petropolis. Sulla città è caduta in tre ore una quantità di pioggia (260 mm) pari a un mese di precipitazioni, determinando lo smottamento della collina che sovrasta il centro abitato e causando il tragico bilancio di 150 morti e più di 100 dispersi.

Il cambiamento climatico, che modifica la frequenza e l’intensità dei fenomeni meteorologici, viene visto dalla maggior parte dei ricercatori come il responsabile di questo alternarsi di siccità e inondazioni sul territorio brasiliano. Ma nel paese di Bolsonaro il negazionismo climatico è molto diffuso, istituzionalizzato, e vige di fatto il divieto di parlare di cambiamenti climatici. Gli eventi estremi vengono visti dal governo e da alcuni studiosi come «fenomeni tipici degli inverni e delle estati brasiliane». Le ricerche più approfondite ci fanno dire che quella in corso non può essere liquidata come una «pazza estate brasiliana».

Le osservazioni dell’Istituto di meteorologia brasiliano (Inmet), basate sui dati raccolti dalle stazioni meteorologiche delle due principali metropoli del paese, danno indicazioni sui cambiamenti in fatto di piovosità. Nell’area di Rio de Janeiro le piogge estreme sono passate da 134 nel periodo 1960-1990 a 221 nel periodo 1990-2020. Nell’area di San Paolo, mettendo a confronto i due periodi, si è passati da 15 a 44 piogge estreme. La piovosità complessiva tende a diminuire, ma le piogge sono sempre più concentrate e intense, superando sempre più spesso i 100 mm nelle 24 ore.

IL CLIMA È UN SISTEMA COMPLESSO e i meteorologi brasiliani mettono insieme i vari elementi. Si cerca di capire in che misura la deforestazione sta determinando una riduzione dei corridoi di umidità (chiamati «fiumi volanti») provenienti dall’Amazzonia, importanti nel regolare le precipitazioni nel sud del paese.

Si indaga sulle variazioni di temperatura delle acque oceaniche e come un oceano più caldo sulla costa brasiliana favorisca la formazione di aree di basse pressioni che portano piogge particolarmente intense. Carlos Nobre, climatologo e coordinatore dell’Istituto nazionale di tecnologia per i cambiamenti climatici, afferma che «i cicli climatici si stanno modificando e i fenomeni di questi mesi rappresentano la nuova normalità che dovremo affrontare, con una stagione secca più lunga e una stagione di pioggia più breve e più intensa». Il ricercatore brasiliano mette anche in evidenza che «le piogge sono diminuite e la stagione secca si è allungata soprattutto nelle aree altamente deforestate e, rispetto all’inizio degli anni ’90, si registra una diminuzione del 15 % della superfici su cui piove a sufficienza, con una perdita di 3,1 milioni di ettari a causa dei processi di desertificazione». Il regime delle piogge si sta modificando come conseguenza dei cambiamenti climatici, ma è la fragilità dei territori ad accentuare l’impatto che le piogge torrenziali hanno sulla popolazione più povera del Brasile, costretta a vivere in aree non idonee.