Il tribunale dei minori di Brescia ha accolto la richiesta della procura e ha rinviato a giudizio Marco Toffaloni, accusato di essere uno degli esecutori materiali della strage di piazza della Loggia a Brescia, avvenuta il 28 maggio del 1974 durante un comizio sindacale, quando lui aveva appena 17 anni. Residente in Svizzera e titolare di un passaporto elvetico, Toffaloni comincerà il suo processo il 7 settembre. Il suo avvocato, Marco Gallina, aveva richiesto un non luogo a procedere, ipotizzando anche la prescrizione del reato. Durante le indagini, attraverso una rogatoria internazionale, i magistrati si erano recati in svizzera per interrogare Toffaloni, ma lui si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il rito minorile non prevede la costituzione di parti civili, ma in aula erano comunque presenti sia i familiari delle vittime sia il Comune sia i sindacati. Presente anche l’avvocato dello Stato in rappresentanza del governo, fatto che non è passato inosservato dopo le polemiche per la mancata costituzione come parte civile all’udienza preliminare dell’altro imputato, Roberto Zorzi, residente negli Stati Uniti e ventenne all’epoca dei fatti.

«È un processo importante e necessario – commenta il presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, Manlio Milani -, sarebbe stato molto amaro se fosse andato in prescrizione come chiedeva la difesa. L’occasione darà modo di approfondire il tema dei depistaggi». Secondo i nuovi elementi raccolti dagli investigatori, in preparazione della strage ci sarebbero stati diversi incontri a Verona tra esponenti di Ordine Nuovo e uomini dei servizi segreti. Un altro aspetto rilevante riguarda l’esplosivo: l’ipotesi è che si tratti dello stesso tipo usato il 12 dicembre 1969 per la strage di piazza Fontana a Milano.