Tre miliardi e mezzo di euro per l’edilizia scolastica e 1,74 miliardi di euro per il piano casa. I primi serviranno per la costruzione di nuovi edifici a sostituzione di quelli obsoleti, la messa in sicurezza degli edifici esistenti, la riqualificazione energetica e l’adeguamento funzionale degli edifici esistenti. Il governo Renzi propone la formazione di una cabina di regia operativa unica presso la Presidenza del Consiglio, a cui prenderanno parte il Miur, la protezione civile e le associazioni nazionali degli Enti Locali. La cabina di regia disporrà interventi di straordinaria manutenzione, dove il patrimonio scolastico è irrimediabilmente compromesso, prevede di effettuare permute con «il privato». L’obiettivo è realizzare 5 mila cantieri entro il 2014-2016. «Si tratta di un intervento importante per rendere le scuole più sicure – ha detto il presidente del Consiglio Renzi – ma anche per favorire il rilancio dell’edilizia. Sarà un grande intervento economico e noi questi soldi li vogliamo spendere subito perché abbiamo già deciso che staranno fuori dal patto di stabilità».
Sulla casa l’intervento sarà di 1,74 miliardi di euro e avrà tre obiettivi: gli affitti concordati, l’offerta di alloggi popolari e l’edilizia sociale. Il governo predisporrà un decreto legge che incrementa le risorse a sostegno dell’affitto, taglia la cedolare secca al 10% (stanziando 146 milioni di euro) e avvia una stretta sulle occupazioni abusive. Il fondo per le locazioni sarà incrementato di 326 milioni di euro. Nelle intenzioni del governo dovrebbe sostenere le categorie meno abbienti che non riescono più a pagare l’affitto. Previsti 100 milioni per il fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione e 226 milioni il Fondo per gli inquilini morosi incolpevoli. Si prevede un piano di recupero di immobili e alloggi di Edilizia residenziale pubblica (ex IACP) con 400 milioni per finanziare la ristrutturazione di 12 mila alloggi. Previsti anche 67,9 milioni per recuperare ulteriori 2.300 alloggi per categorie sociali disagiate. Nel piano casa presentato ieri dal ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi è anche prevista una detrazione fino a 900 euro per il 2014, 2015 e 2016 chi ha un contratto di locazione di alloggi sociali adibiti a propria abitazione principale.
Misure che non hanno affatto convinto i movimenti per la casa che torneranno a manifestare sabato 15 marzo a Roma. Nella bozza del piano ci sarebbe una norma che dispone anche in forma retroattiva l’assoluto divieto a concedere le residenze e gli allacci delle utenze negli spazi abitativi occupati «abusivamente». I movimenti lo hanno interpretato come un «attacco gravissimo» del governo alla «stagione di riappropriazione e degli tsunami per il diritto all’abitare, con centinaia di occupazioni in tutta Italia». La mobilitazione partirà da subito con «l’assedio delle Prefetture, degli enti locali e al parlamento» per chiedere la cancellazione della norma incriminata. L’Unione Inquilini si era già espressa negativamente sul piano casa, e in particolare sull’esiguità del fondo stanziato contro gli sfratti per morosità incolpevole. I 226 milioni previsti per il 2014 e 2015, equivalgono ad un contributo annuo medio/famiglia di circa 600 euro l’anno, 50 euro al mese.
«È un intervento a pioggia insignificante per risolvere le morosità o a un intervento significativo per appena il 10% dei nuclei interessati» sostiene Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini. L’altra misura portante del provvedimento, la cedolare secca al 10% per il canale concordato «può essere una misura giusta ma da sola è inadeguata per una significativa riduzione dei canoni attuali» sostengono ancora gli inquilini. Per loro bisognerebbe recuperare risorse dal libero mercato, eliminando il privilegio di una tassazione agevolata (cedolare al 21%), da riversare nell’ambito della proprietà, azzerando le tasse a singoli privati, società ed enti che riducono del 50% i canoni attuali e ricontrattualizzano famiglie con sfratto.