Avevano vinto la loro battaglia per i diritti e la dignità del lavoro dopo una lotta durata una settimana ai magazzini Tnt di Piacenza a inizio febbraio: niente licenziamenti come nel resto d’Europa per la fusione con FedEx ma significativi miglioramenti economici. Ma ieri è arrivata «la vendetta» delle forze dell’ordine e della magistratura che applicando i decreti Salvini ha portato addirittura agli arresti domiciliari per due sindacalisti del Si Cobas (Carlo e Arafat) e a cinque divieti di dimora in provincia di Piacenza ad altri lavoratori e militanti del collettivo Controtendenza, con 21 perquisizioni effettuate nella notte di martedì e ben 29 persone complessivamente indagate «ritenuti responsabili, a vario titolo, in concorso tra di loro, dei reati di resistenza aggravata a pubblico ufficiale, lesione personale aggravata e violenza privata, occupazione del suolo pubblico aggravata», oltre a multe per 13mila euro per le violazioni della normativa anti-covid e l’applicazione di quattro misure di prevenzione dell’avviso orale e cinque avvii di procedimento per altrettante revoche del permesso di soggiorno sempre contro i facchini Tnt, come elencato dal procuratore di Piacenza Grazia Pradella per «i fatti iniziati il 28 gennaio e conclusi il 5 febbraio, reati comuni che nulla hanno a che fare con l’esercizio legittimo dell’attività sindacale: il blocco dei camion con un metodo violento, sino a giungere a un grave episodio di resistenza ai danni delle forze dell’ordine», ha spiegato in una conferenza stampa.
Fuori dalla questura era in corso il presidio di protesta del Si Cobas e di Controtendenza.
«Ben 25 operai della Tnt sono stati portati in questura dopo perquisizioni in casa e due coordinatori del SiCobas, Carlo ed Arafat, sono stati arrestati ai domiciliari con accuse di resistenza aggravata per gli straordinari scioperi alla Tnt di 13 giorni contro l’arroganza della FedEx che si conclusero con un accordo in Prefettura – denuncia e esprime solidarietà Rifondazione comunista – . Un’operazione gravissima che suona come il biglietto da visita del nuovo governo schierato dalla parte della multinazionale contro i lavoratori. E’ una vera e propria vendetta e il segnale della volontà di applicare fino in fondo le norme liberticide dei decreti Salvini».