Parete di suono, Wall of Sound. Secondo lui sarebbe stato «un approccio wagneriano al rock’n’roll, piccole sinfonie per ragazzi». Avrebbe dovuto essere questa l’eredità artistica di Phil Spector, una gran quantità di chitarre, diversi pianoforti, un insieme mai visto né sentito di percussioni per realizzare una sonorità impressionante. Una parete di suono, appunto. E impressionante lo fu, segnando profondamente le registrazioni e i successi musicali degli anni ’60 e ’70. Perché Phil è stato un personaggio esagerato, eccessivo, al punto che una dozzina d’anni fa è finito in galera: diciannove anni di condanna per omicidio di secondo grado. E in...