Picchiato fino a perdere i sensi quando era già ammanettato nella caserma della Guardia di finanza di Gianturco, a Napoli. Questo ha raccontato Magnane Niane, 47 anni, da circa 10 in città, all’avvocato Liana Nesta quando finalmente è stato portato all’ospedale Loreto Mare. Il ragazzo senegalese si trovava ieri mattina alla Duchesca, la zona tra la Stazione centrale e il corso Umberto in cui si tiene un mercato popolare. Lavora per un italiano che ha uno stand con regolare licenza. I finanzieri arrivano in forze per un blitz contro la vendita di merce contraffatta, Magnane esce dal bar e si ritrova nel mezzo della retata. «Mi ha riferito – racconta l’avvocato – che lo hanno ammanettato con le mani avanti e portato in caserma. Mentre era in attesa di essere identificato è squillato il cellulare, quando ha cercato di prenderlo per rispondere è arrivato il primo schiaffone forte sul viso. Il telefono gli è caduto di mano e, quando ha cercato di afferrarlo da terra, è arrivato il secondo».

A Magnane, secondo quanto riportato nella denuncia redatta dal suo avvocato, liberano le mani per ammanettarlo sulla schiena e, in base anche al racconto dei testimoni, i finanzieri si avventano su di lui, continuano a picchiarlo con calci e pugni fino a fargli perdere i sensi. Sono 24 gli immigrati fermati, uno di loro riesce ad avvisare con il cellulare il rappresentante dell’area sociale della comunità senegalese, Pierre Preira, che li raggiunge in caserma. Intanto Magnane è a terra svenuto. L’ambulanza del 118 sarebbe stata chiamata dopo molto tempo e solo per le pressioni degli altri ragazzi spaventati dalla stato di Magnane. «Mi ha chiamato uno dei fermati – spiega Preira -, era terrorizzato, mi diceva ‘corri, lo stanno picchiando, lo mettono a testa in giù’. Quando sono arrivato era ancora immobile sul pavimento. Quando lo hanno caricato sulla barella era talmente ridotto male che è riuscito a dirmi come si chiama solo dopo un quarto d’ora».

Al Loreto Mare Magnane arriva gonfio, molto dolorante, con ecchimosi ovunque, graffi alle braccia e un taglio alla testa. E’ stato necessario fare molti esami e una tac al petto per escludere lesioni interne, dieci giorni la prognosi. «Per avere un referto accurato ho dovuto fare una battaglia – spiega l’avvocato – sempre sotto lo sguardo di due finanzieri. Ad esempio non avevano riportato le numerose lesioni alle gambe e al gomito e la ferita al capo. Addirittura avevano scritto ‘paziente non collaborativo’ quando semplicemente, non parlando italiano, non capiva cosa gli venisse chiesto. Eppure dietro la porta c’erano diverse persone pronte a fare da interprete». Ora Magnane è in stato di fermo accusato di resistenza, la Guardia di finanza sostiene che ha morso uno di loro. A fargli compagnia in ospedale sei senegalesi che erano a Gianturco con lui, arrivati in ambulanza con lesioni minori.

La versione delle forze dell’ordine è tutta diversa: tre uomini della Guardia di Finanza colpiti da calci, pugni e morsi durante le operazioni anti contraffazione, momenti di tensione e caos avrebbero complicata l’attività dei finanzieri aggrediti dagli abusivi. Ventiquattro i denunciati, uno in stato di fermo. Versione accompagnata dalle immancabili foto di buste di plastica piene di merce da pochi soldi. «Ieri pomeriggio Magnane era ancora in stato di choc – spiega Liana Nesta -. Probabilmente lo processeranno per direttissima. Ha contusioni multiple, per giustificarle i finanzieri sostengono che è caduto. Li denunceremo per violenza privata. E’ successo lo stesso alla caserma Raniero di Napoli per il Global forum del 2001: ragazzi ammanettati picchiati senza motivo. Naturalmente poi ti accusano di resistenza ma all’interno di una caserma e con le mani ristrette è un’accusa che non regge».

Con i migranti è peggio: chi non ha i documenti in regola o è stato trovato con merce falsa è quasi impossibile che denunci. «Basta molto poco perché un fermato venga aggredito – conclude l’avvocato – ad esempio una semplice rivendicazione di un diritto invece di stare fermo e zitto. La parola di un pubblico ufficiale fa fede fino a prova di fatto e in queste situazioni è difficile avere testimoni». Questa volta però è diverso, Magnane ha assistenza legale, il referto medico, le foto alle ferite scattate in ospedale e ragazzi senegalesi disposti a testimoniare.