«Dégage», smamma, come ai tempi della «rivoluzione dei Gelsomini» che dette il via alla cosiddetta Primavera araba. È una delle scritte con cui i pescatori del porto tunisino di Sfax hanno manifestato sia domenica sia ieri contro l’attracco della nave C Star dell’organizzazione Defend Europe.

Un’accoglienza non dissimile da quella riservatagli a Catania dalla Flottiglia antirazzista e nei porti greci dagli antifà ellenici. La C Star, vecchia motonave dismessa dalla Marina finlandese ora di proprietà dell’imprenditore Thomas Egerstrom, esperto di intelligence e commercio di armi leggere, è partita a fine luglio con la missione di intercettare le navi delle ong che operano nel Mediterraneo centrale nel soccorso ai gommoni di migranti, noleggiata dall’associazione di suprematisti bianchi di Generazione identitaria, del network Defend Europe.

Domenica scorsa, non riuscendo ad attraccare nell’altro porto tunisino di Zarzis – per una analoga protesta di pescatori e attivisti antifascisti tunisini – si è messa a tallonare la nave Golfo Azzurro dell’ong catalana ProatcivaOpenarms in acque internazionali. Poi, a corto di carburante, si è diretta verso Sfax. Ma non si è avvicinata. È rimasta a largo, con i motori spenti, all’ancora, nascosta dietro l’isoletta di Sharqi che fronteggia in porto.

I suoi spostamenti sono facili da monitorare attraverso il sito Marine Traffic che dà le posizioni di tutti gli scafi in navigazione. Ufficialmente la sua destinazione finale resterebbe quella del porto di Kalecik, nella parte turca di Cipro, non distante dalla città di Famagusta, dove però la C Star ha avuto più guai che altrove. Lì non sono stati gli antifascisti, gli antirazzisti o i pescatori a cacciarla, ma le autorità, dopo un accusa di contrabbando di esseri umani per la posizione irregolare di una ventina di passeggeri cingalesi, alcuni dei quali hanno chiesto asilo e denunciato l’equipaggio della C Star per averli costretti a pagare migliaia di euro per il passaggio verso le coste italiane e l’Europa.

Il capo del team a bordo è un austriaco, Martin Sellner di 28 anni, che su Twitter – come scrive l’HuffintonPost Uk – scrie post contro il magnate ebreo George Soros. Mentre tra i principali attivisti e procacciatori di fondi – dicono di aver raccolto finora oltre 200 mila dollari di donazioni nonostante Paypall li abbia bloccati – a sostegno della missione di Defend Europe, oltre a due ragazze molto carine – la canadese Lauren Southern e la statunitense Brittany Pettibone – sostenitrici dei trumpiani di estrema destra del movimento delle rane alt-Right, c’è un blogger che si fa chiamare Peter Sweden. Secondo il sito di controinformazione inglese Hope not Hate, che monitora Defend Europe, questo Sweden altri non sarebbe che il giovane britannico Peter Imanuelsen, dello Yorshire, che pubblica post antisemiti e inneggianti a Hitler.

I pescatori tunisini nei loro cartelli hanno cercato di comunicare la loro resistenza in italiano – forse perché a bordo della C Star c’è anche Lorenzo Fiato di 23 anni – e hanno scritto: «No racists, C Star no aqua, no gasoil, no manjare». L’imbarcazione è a secco, potrebbe dover chiedere soccorso, magari alle stesse ong.