Mi raccontate con parole vostre la storiella che abbiamo letto oggi?
«Era come uno scherzo». «No. Era una leggenda. Noi abbiamo studiato al leggenda. Cioè, la leggenda spiega perché una cosa è una cosa». «Sì, perché una osa è così invece che in un altro modo. Per esempio, può spiegare perché un elefante ha il naso più lungo dell’altro elefante o di tutti gli altri animali del mondo». «Oppure può spiegare perché gli uccelli volano». «Sì, sono come delle spiegazioni. Però non sono delle spiegazioni vere. Sono delle spiegazioni inventate. Delle spiegazioni fantastiche». «Noi avevamo studiato che le leggende erano state inventate per la prima volta dagli uomini un po’ primitivi. Perché loro erano un po’ ignoranti. Proprio perché erano primitivi, erano ignoranti. Perché non sapevano Tante cose che adesso gli uomini hanno imparato. Tipo l’I-phone o come si accende un fuoco sul fornello della cucina. O cosa è ill sapone. Insomma, non sapeva niente. Quasi niente. Proprio perché era un uomo primitivo». «Primitivo vuol dire che era appena nato. ma non nel senso che era un bambino appena nato. Ma che lui è vissuto tanto tempo fa. Quando c’era il primo mondo. Quando c’erano i dinosauri e i mammut». «Per esempio, loro vedevano che nel cielo iniziava a piovere e non sapevano perché pioveva. Allora dicevano che forse il sole era scappato dal cielo e le nuvole e loro c’erano rimaste male, erano diventate nere di pioggia e infatti dopo avevano pianto e le lacrime sono la pioggia». « Anche il fuoco. Loro vedevano una scintilla, poi il fuoco e a una cosa magica, invece noi sappiamo oggi che il fuoco è una cosa normale….» «Insomma, loro inventavano delle storie per darsi delle spiegazioni sulle cose della natura che non capivano bene e allora queste storie un po’ erano vere e un po’ non erano vere, ma loro non lo sapevano, per loro servivano solo a spiegarsi perché le cose erano così, perché funzionavano così e non in un altro modo». «A me piacciono molto le leggende perché da piccolo facevo un po’ come gli uomini primitivi… Sì, anche io mi inventavo delle storie fantastiche come quella del sole e delle nuvole che dopo il sole picchiava le nuvole e le nuvole piangevano…» «Le leggende erano come delle spiegazioni. Delle risposte. Perché loro si facevano delle domande, non sapevano le risposte, allora si inventavano tutto, se le inventavano, le risposte».

Bene. Adesso iniziate a raccontarmi di questa leggenda?
«Quella della cacca? A me ha fatto ridere». «Non è una storia vera, Come tutte le leggende. Però fa ridere, è vero. Invece altre leggende non fanno ridere». «All’inizio la bambina chiede a suo papà perché la cacca è sempre nera». «O nera o marrone. Sempre scura». «Suo papà non sa rispondere, per me. Allora si inventa una storia fantastica, una leggenda. Lui dice che una volta, tanto tempo fa, la cacca non era nera». «Dice che la cacca… Sì, dice che tutti gli animali facevano la cacca di colpi diversi. I pesci, i coccodrilli, i leoni, gli uccelli, i cani, i gatti, i topi. La facevano rossa, blu, verde, bianca. Sì, di tutti i colori». «Ma i gatti come la facevano? come i coccodrilli?» «Più piccola, credo. E di un colore diverso. Perché ogni animale aveva il suo colore di cacca». «Che poi non è vero. E’ una bugia». «Però il papà lo racconta a sua figlia per farla addormentare prima di andare a letto a dormire, non perché era bugiardo». «Per me voleva farla ridere». «Ah, poi la storia va avanti che facevano la cacca anche gli uomini, naturalmente. Gli uomini facevano la cacca bianca, non nera o marrone». «Non proprio. Dipendeva dalla pelle. Gli uomini che facevano la cacca bianca avevano la pelle bianca. Invece gli uomini e le donne che avevano la pelle nera, loro facevano la cacca nera. Allora c’era questa differenza della cacca e anche del colore della pelle. Perciò non si poteva andare avanti così». «Eì vero, perché bisticciavano: allora il capo degli dèi, cioè Zeus, adesso ha fatto fare la cacca nera sia agli uomini bianchi sia agli uomini con la pelle nera».