Frans Timmermans, candidato per i Socialisti e democratici europei a presidente della Commissione Ue, porta con sé alla manifestazione di chiusura della campagna elettorale del Pd l’ottimismo del risultato olandese. Ancora allo stadio di exit poll, ma incoraggiante perché lì il partito laburista di Timmermans risulta in testa mentre nelle previsioni sarebbe dovuto arrivare terzo o quarto. E i populisti di Wilders, che la settimana scorsa divideva il palco sempre a Milano con Salvini, sono crollati e rischiano di restare senza seggi. «Sta andando benissimo, in Italia il Pd ha ripreso il suo ruolo di partito di sinistra ragionevole con progetti e politici seri», ha detto lo spitzenkandidat dei socialisti, che ha assai poche chance – come tutti i candidati portabandiera di un solo gruppo politico europeo – di conquistare il ruolo guida della Commissione ma che è in corsa per la poltrona di alto rappresentante per gli esteri e la sicurezza (Mr. Pesc) nella prospettiva di una replica della coalizione tra il Pse, i popolari europei, allargata ai liberali dell’Alde.

A chiudere la manifestazione, che ha radunato molte persone nel parco Sempione davanti all’Arco della pace, il segretario Pd Nicola Zingaretti che per l’occasione ha scelto i toni alti della battaglia. Anzi, del «combattimento». «Questa bellissima Italia – ha detto – ha cominciato a combattere, da nord a sud. Il messaggio unico che lancio da questa piazza è: mobilitiamoci tutte e tutti. Perché è tornato il tempo di combattere».

E se Timmermans ha avvertito che gli avversari «si chiamano sovranisti ma sono l’estrema destra», Zingaretti non ha risparmiato gli allarmi per disegnare i rischi del governo gialloverde e soprattutto di Salvini. «Personaggi inquietanti come Putin vogliono far saltare l’Europa e non so perché chi governa l’Italia ha gli stessi obiettivi di queste persone», ha detto. E poi parlando del decreto sicurezza bis: «Vergogna, noi vogliamo l’Europa della democrazia, non quella di Auschwitz. Perché tutto nasce da lì, dall’idea che un uomo può decidere della vita e della morte di un altro essere umano. Il segretario non ha parlato di possibili, o obbligatorie, alleanze nel parlamento europeo, anche se Timmermans ha ammonito che «abbiamo bisogno di un’Italia attiva, che difende i suoi interessi ma che sa anche trovare degli amici. Non si costruisce l’Europa con gli insulti ma solo con il dialogo». Zingaretti ha fatto ancora un altro appello al «voto utile», sostenendo che «il simbolo del Pd è l’unico che se vince le europee domenica il 27 maggio manda a casa questo governo e Matteo Salvini non sarà più il ministro dell’interno della Repubblica italiana». Previsione che non condivide il sindaco di Milano Giuseppe Sala, protagonista anche lui dal palco, che però una volta finito l’intervento ha detto ai cronisti di «non essere uno di quelli che pensano che ci saranno elezioni a breve».

I sondaggi, che non posso essere pubblicati ma che il Pd come gli altri partiti consulta quotidianamente, confortano il segretario che qualche giorno fa si è sbilanciato prevedendo che «andremo ben oltre il 20%». Più prudente ieri Veltroni ha detto che «anche un voto in più delle politiche», quando il partito si fermò al 18% sarebbe una vittoria. Ma ancora più che ai numeri, e alla sfida con i 5 Stelle per il secondo posto, il segretario guarda avanti, al voto anticipato per le politiche. E prepara «la ricostruzione del centrosinistra». «basta divisioni, ci avete fatto caso che adesso il Pd non litiga più?», ha chiesto alla folla milanese, «la lista unitaria è un inizio di quello che manca a questo paese». Una tregua più che una pace. Matteo Renzi intanto ha scritto: «A livello europeo voto Pd, con quella lealtà che i nostri avversari interni non hanno avuto con noi».