Internazionale

Per l’Onu, il Burundi è sull’orlo di una guerra civile

Burundi Una guerra civile tra il 1993 e il 2005 è costata oltre 300 mila vite e più di un milione di sfollati

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 18 dicembre 2015

«Il Burundi è sul punto di esplodere, davvero sull’orlo di una guerra civile». A denunciarlo è stato ieri l’Alto Commissario delle Nazioni unite per i diritti umani Zeid Ra’ad al Hussein che ha accusato le autorità del Burundi di responsabilità dirette nel trascinare le popolazioni in un conflitto civile in piena regola.

E ha richiesto l’applicazione di alcune misure quali il divieto di lasciare il paese e il congelamento dei beni contro funzionari governativi responsabili di una vera e propria campagna di repressione politica, oltre a un attento monitoraggio dei confini del Paese – probabilmente attraverso l’uso di droni – per fermare il flusso di armi in entrata. Intervenuto durante una sessione speciale del Consiglio dei diritti umani dell’Onu sulla crisi in Burundi tenutasi a Ginevra, Zeid Ra’ad al Hussein ha condannato gli arresti arbitrari (circa 3.500) e le perquisizioni porta a porta durante i quali sono state giustiziate almeno 400 persone.

Come hanno mostrato una settimana fa le immagini postate sui social da testimoni e residenti che mostrano corpi (circa 90) con le mani legate dietro la schiena abbandonati per le strade della capitale Bujumbura (dopo una sorta di ronda punitiva da parte delle forze dell’ordine seguita ai tre attacchi coordinati da parte di uomini armati non identificati contro tre campi militari). Zeid Ra’ad al Hussein ha invocato l’intervento della Corte penale internazionale (Cpi), come già sostenuto dal consigliere speciale delle Nazioni unite sulla prevenzione del genocidio, Adama Dieng.

La quale ha sollecitato l’istituzione di una commissione d’inchiesta per indagare sulle violazioni dei diritti umani e perseguire i responsabili: «Nessuno dovrebbe sottovalutare il rischio in gioco. Una guerra civile tra il 1993 e il 2005 è costata oltre 300 mila vite e più di un milione di sfollati». Suggerendo la manipolazione – da parte delle classi politiche – nell’attuale crisi di fattori etnici (che durante la guerra civile hanno visto la contrapposizione tra gli Hutu e i Tutsi).

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