Nelle acque siciliane due navi sono bloccate da giorni con l’equipaggio in quarantena. A bordo, però, non è stato registrato alcun caso di coronavirus, né ci sono persone con sintomi riconducibili alla malattia. Sono la Ocean Viking, delle Ong Medici Senza Frontiere e Sos Mediterranée, e la Sea Watch 3, dell’omonima organizzazione non governativa tedesca. Si trovano rispettivamente davanti ai porti di Pozzallo e Messina dal 23 e dal 27 febbraio.

«È UNA QUARANTENA POLITICA, un pretesto per tenerci lontano dalle operazioni di salvataggio», afferma Gennaro Giudetti, mediatore culturale di Sea Watch. Giudetti e gli altri 21 membri dell’equipaggio sono all’ancora a 500 metri da Messina da cinque giorni e dovranno rimanerci fino al 12 marzo. I 194 migranti salvati in tre diversi interventi tra il 19 e il 24 febbraio, invece, sono stati fatti sbarcare e messi a loro volta in quarantena nella caserma Gasparro, che svolge le funzioni di hotspot nella città siciliana. Tutte le persone a bordo erano state controllate con il termoscan, che misura a distanza la temperatura corporea, ma nessuna aveva presentato sintomi tali da destare particolari preoccupazioni.

«NOI DELL’EQUIPAGGIO non saremmo dovuti neanche scendere in Italia, il piano era proseguire verso l’Albania per effettuare dei lavori sull’imbarcazione e preparare la nuova missione – continua Giudetti – Invece siamo qua, vediamo le luci di Messina ma non possiamo scendere. Quando abbiamo detto alle persone soccorse che avrebbero dovuto fare la quarantena a terra sono state contente, pensavano fosse una misura per proteggere loro dal coronavirus che c’è in Italia. Invece…».

DA SUBITO le organizzazioni umanitarie hanno sottolineato come non ci siano state analoghe disposizioni verso le altre imbarcazioni che quotidianamente raggiungono l’Italia. «Quest’azione sembra prendere di mira solo le navi delle Ong, dal momento che altre navi nei porti italiani non vanno incontro alla stessa sorte», ha scritto su twitter Sos Mediterranée. In un altro tweet ha sottolineato che l’equipaggio ha rispettato tutte le misure preventive indicate dalle autorità, ma che per il momento non c’è alcuna ragione di credere che qualcuno tra i membri abbia contratto il virus.

ANALOGA POSIZIONE è stata espressa da Sea Watch: «Oltre all’Ocean Viking siamo l’unica imbarcazione in stato di quarantena in Italia. Nel rispetto di ogni precauzione medica, ci domandiamo perché questo tipo di disposizioni si applichino solo alle imbarcazioni di salvataggio. Forse lo scopo non è contenere la diffusione di un virus ma evitare che si possano salvare persone in pericolo in mare».

CON QUESTE DUE NAVI bloccate dalla quarantena e quelle di altre Ong alle prese con l’organizzazione delle nuove missioni, al momento nel Mediterraneo non ci sono imbarcazioni umanitarie attive nel soccorso di chi fugge dalla Libia. Una situazione che aumenta ancor di più il rischio di perdere la vita lungo la rotta più letale tra quelle percorse dai migranti.