Fumata nera sulle Ansaldo. Oltre che su un polo industriale dei trasporti che aiuti la modernizzazione del paese e lo renda competitivo anche per le commesse estere. Con effetti benefici sull’occupazione, dagli operai ai giovani “cervelli” costretti a emigrare. Dopo l’odierno incontro al ministero dello sviluppo economico, alla critiche di tutti i sindacati si aggiungono quella istituzionale del sindaco pistoiese Samuele Bertinelli, e quella politica di Gianni Cuperlo. Sono effetti diretti della conferma, da parte del sottosegretario Claudio De Vincenti, di una strategia d’azione che Maurizio Landini sintetizza così: “Esce confermata l’intenzione del governo di sostenere la vendita di Finmeccanica delle tre Ansaldo: Energia, Sts e Breda. Ma si tratta di una scelta che corrisponde alla necessità della holding di fare cassa, e non risponde al rafforzamento del comparto ferroviario ed energetico”. Rincara la dose Susanna Camusso: “Sul futuro dell’Ansaldo sentiamo dei ragionamenti che non ci convincono: non ci convince l’idea che ci sia una parte civile e una difesa che si possano separare in questo modo; che il problema sia alienare pezzi importanti dell’industria del paese, ma soprattutto perché non si parta da un vero piano industriale, non finanziario, dell’azienda”.

Nell’incontro al Mise con Fiom, Fim, Uilm e Ugl, De Vincenti ha ribadito che il piano del governo sulle tre Ansaldo è quello di far nascere una sorta di “holding del civile”. Nel capitale societario delle aziende il pubblico resterebbe però in minoranza, rispetto a colossi come la coreana Doosan e General Electric. Con tutto quel che ne potrà conseguire sulle decisioni strategiche di politica industriale. Uno scenario che preoccupa anche la Fim-Cisl: “Non è definito un progetto industriale organico di approdo – osserva Marco Bentivogli – e l’operazione garantirà, nella migliore delle ipotesi, una ‘italianità di minoranza’. Così si risolve parte dei problemi di indebitamento di Finmeccanica, ma non si assicura un ruolo significativo nella governance dei due gruppi, né le loro prospettive”.

Bentivogli guarda in particolare ad Ansaldo Sts e Ansaldo Breda. Non solo perché Ansaldo Energia è già stata “parcheggiata” – in attesa di Doosan – nel Fondo strategico della Cdp. Soprattutto perché Fiom, Fim, Uilm e la stessa Ugl, in questa occasione, sono uniti nel proporre un progetto alternativo: “Per noi il piano dei trasporti indicato dal presidente Letta – sintetizza Landini – deve prevedere la costituzione di un grande soggetto industriale che parta dalla ricomposizione della filiera ferroviaria che comprenda anche Firema, e la definizione di un produttore di trasporto pubblico locale su gomma, che coinvolga Breda Menarinibus e Irisbus”. Un piano di consolidamento e rilancio di settori strategici come l’energia e i trasporti, sottolineano i sindacati, che coinvolga nell’operazione anche il gruppo Fs.

In risposta, il sottosegretario De Vincenti se la cava con una battuta: “Direi che non si pone un problema di Ferrovie nell’azionariato di Ansaldo Breda, Fs è un committente”. Invece il sindaco Bertinelli, che da giorni vede sotto il suo ufficio cortei di lavoratori, ribadisce quanto detto dal collega Luigi De Magistris: “Ansaldo Breda, è bene ricordarlo, non è solo il principale presidio industriale di Pistoia, ma anche il più importante gruppo nazionale del settore ferroviario. E in un mondo che avrà sempre più bisogno di mobilità sostenibile e di trasporto pubblico, la progettazione e la produzione del materiale rotabile avrà un’importanza crescente per qualunque politica industriale nazionale”. Nelle pieghe del congresso Pd interviene lo stesso Gianni Cuperlo: “Il governo deve definire un piano dei trasporti e i relativi investimenti, creando un polo nazionale della costruzione ferroviaria che blocchi qualsiasi cessione di imprese strategiche come Ansaldo Breda”. E lunedì a Pistoia arriva il ministro Zanonato.