La legge di bilancio sarà approvata definitivamente dal senato domani, dopo l’ennesimo voto di fiducia fissato dalla capigruppi di palazzo Madama per la mattinata. Il testo è blindato e immodificabile come si sapeva già da settimane nonostante in molti facciano finta di esserne accorti adesso.
Come successo domenica alla camera, ci si limiterà all’approvazione di ordini del giorno che impegnano il governo per il futuro, sempre che questo futuro – Renzi permettendo – ci sia.
Alla camera domenica è andato in scena anche un incredibile dibattito sull’emendamento che chiedeva l’introduzione di una patrimoniale in sostituzione dell’Imu per i soli patrimoni sopra i 500 mila euro. Ebbene, prima che l’ordine del giorno che riprendeva solamente l’idea dell’emendamento a prima firma Nicola Fratoianni più altre 11 di sinistra Pd e M5s fosse bocciato seguendo il parere del governo con soli 19 favorevoli, 6 astenuti e 462 contrari, il dibattito in aula ha mostrato perché in Italia parlare di patrimoniale sia ancora un tabù. L’intervento più esilarante l’ha fatto l’ex viceministro all’Economia Massimo Garavaglia della Lega che ha motivato la sua totale contrarietà sostenendo che la patrimoniale farebbe «calare il valore degli immobili del 15% e quindi una famiglia di operai con un mutuo che ha un figlio in più e vorrebbe comprarne una più grande non ce la fa (sic): capite che è una cosa stupida e che colpisce soprattutto le fasce più deboli?», ha chiuso Garavaglia tra gli applausi di tutta la destra.
Una uscita che ha provocato la reazione perfino del relatore della manovra Stefano Fassina – contrario all’emendamento «perché ora non è il momento giusto» – che ha sostenuto come «i colleghi non hanno letto il testo perché togliendo l’Imu» la famiglia citata da Garavaglia «ci guadagnerebbe, quindi, con un minimo di attenzione al merito si potrebbe fare una discussione che porterebbe la stragrande maggioranza di questo parlamento a definirsi d’accordo perché fa un’operazione di giustizia distributiva come chiede l’articolo 53 della costituzione», sulla progressività del sistema tributario.
Fratoianni comunque rilancia la battaglia: «La destra ovviamente – dichiara il parlamentare di Leu – approva convinta la scelta del governo rilanciando tutte le sciocchezze sulla “rapina al ceto medio”. La nostra proposta invece si basa su un principio semplice semplice: chiedere un piccolo sforzo a chi ha moltissimo per ridurre il peso su chi ha meno. Cioè sulla grande maggioranza. Ovviamente andiamo avanti. Ripresenteremo la nostra proposta – conclude Fratoianni – nei prossimi provvedimenti perché si tratta di una battaglia giusta».
Tra le proteste per le mancanze della legge di bilancio da 40 miliardi che accontenta quasi tutti con bonus e sgravi fiscali, da segnalare ieri quella della Consulta nazionale dei Caf (Centri di assistenza fiscale) che denuncia come la manovra abbia «completamente omesso il tema delle risorse» per le loro strutture, che «resteranno così sprovviste, anche nel 2021, di sufficienti coperture finanziarie per erogare fondamentali servizi di assistenza fiscale ai cittadini, tra cui le dichiarazioni Isee a partire dal prossimo gennaio», servizio utilizzato da 18 milioni di italiani nel 2020.
Il 2021 si aprirà invece con un nuovo scostamento di bilancio per finanziare il decreto ristori numero cinque che sarà ribattezzato «salva imprese» con un miliardo e mezzo per rafforzare misure come l’«anno bianco» che esonera le partite Iva dal pagamento dei contributi previdenziali. Resta invece al palo la lotteria degli scontrini: sarebbe dovuta partire il primo gennaio ma, con ogni probabilità, vedrà la luce a febbraio per adeguare i registratori di cassa dei commercianti.