Pesano anche su lavoratrici e lavoratori i fortissimi rincari delle bollette, al pari delle difficoltà denunciate quotidianamente da micro, piccole e grandi imprese. Partendo da questo dato di fatto la Fiom ha avviato una serie di mobilitazioni sul caro vita, e dopo le Fonderie Palmieri di Calenzano ieri hanno manifestato i dipendenti della Ocem di Firenze, con un presidio e un’ora di sciopero.
“Sono scioperi che hanno l’obiettivo di portare all’attenzione delle istituzioni e della politica le condizioni in cui si trovano i lavoratori con il rincaro dell’energia – spiega Daniele Calosi, che guida la Fiom di Firenze-Prato-Pistoia – loro vogliono denunciare il caro vita che li sta travolgendo, perchè da ora ad ottobre sulle persone si sta abbattendo una tempesta perfetta. Abbiamo bisogno di interventi strutturali, le politiche dei bonus non possono bastare”. Al fianco del sindacalista, Alessandro Cortini della Rsu Ocem esemplifica il concetto: “In casa abbiamo speso 300 euro in più per le bollette elettriche, che sono triplicate, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per fortuna lavoriamo in due e riusciamo a cavarcela, ma chi è monoreddito finisce per trovarsi in grande difficoltà”.
I calcoli sono presto fatti: “Se la bolletta elettrica prende un quarto dello stipendio – osserva la Fiom – chi deve lavorare per vivere non può arrivare alla fine del mese. Con l’arrivo dell’inverno si aggiungerà la bolletta del gas, e se la politica non interviene con interventi strutturali, molti scenderanno sotto la soglia di povertà”. Specialmente le lavoratrici e i lavoratori che a causa del caro energia sono già finiti o rischiano di finire in cassa integrazione, vedendo decurtato lo stipendio. “E’ un cane che si morde la coda – tira le somme Calosi – per questo manifestiamo e manifesteremo ancora nei prossimi giorni”.
La Fiom insiste, la scelta del governo doveva essere diversa: “Poteva fare un’operazione molto semplice, proprio come aveva fatto con la pandemia: bloccare i licenziamenti. Una mossa che avrebbe portato un aiuto soprattutto ai lavoratori delle micro e delle piccole aziende, quelle più esposte al caro bollette. Nelle grandi aziende i lavoratori hanno diritti e ammortizzatori sociali, ma ci sono tante aziende dove tranne la cassa-covid non ci sono altre tutele, quindi il rischio è di avere una parte della popolazione che entrerà, o è già entrata, nella fascia di povertà. Ci sono famiglie con figli che vanno a scuola, poi devono pagare o il mutuo o l’affitto, c’è il carico pesante delle bollette, e devono anche pensare alla spesa alimentare. Se continua così non ce la faranno”.
La mobilitazione proseguirà anche nei prossimi giorni: domani sarà la volta delle lavoratrici e dei lavoratori della Comesca e di La Fortezza, sempre con un’ora di sciopero e presidi ai cancelli delle fabbriche, dove come al solito gli operai porteranno le loro bollette insostenibili a fronte di uno stipendio che è rimasto invariato.