Per evitare l’arancione il Piemonte cambia il criterio per contare i positivi
Pazienti Covid Il metodo della giunta Cirio, in base alla lettera del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive ai direttori delle varie Asl e delle strutture private convenzionate, potrebbe fare da apripista
Pazienti Covid Il metodo della giunta Cirio, in base alla lettera del Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive ai direttori delle varie Asl e delle strutture private convenzionate, potrebbe fare da apripista
Evitare l’arancione. La Regione Piemonte è una delle più accreditate a cambiare il colore. Ma la giunta Cirio vorrebbe fare di tutto per schivare il passaggio. «Aspettiamo tra oggi e domani, ma i numeri di oggi ci dicono che in tutto il Piemonte abbiamo solo tre nuovi ricoveri in più in terapia ordinaria e uno in meno in intensiva», ha detto, ieri, il presidente Alberto Cirio.
Elogiando, durante la visita all’hub vaccinale del Valentino, alcuni risultati ottenuti: «Siamo la seconda regione in Italia, insieme alla Campania, nell’uso delle monoclonali». E, intanto, dietro le quinte si prova a correre ai ripari.
È stata, infatti, inviata in questi giorni dal Dirmei (il Dipartimento interaziendale malattie ed emergenze infettive) ai direttori delle varie Asl e delle strutture private convenzionate una circolare in cui si invita a conteggiare i pazienti positivi in modo differente. Nella missiva – firmata da Emilpaolo Manno, commissario dell’area sanitaria nell’Unità regionale di crisi, e da Sergio Livigni, coordinatore dell’area ospedaliera – si fa riferimento a un recente studio Fiaso (Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere), che evidenzia come il 34% dei pazienti ricoverati positivi non è malato di Covid, ovvero è asintomatico.
«Applicando tale percentuale ai dati odierni della Regione Piemonte i pazienti con malattia Covid – si legge nel documento – sarebbero 1.262 rispetto ai 1.911 (dati di martedì) che attualmente segnaliamo al Ministero. Questa più accurata definizione porterebbe la percentuale di occupazione dei posti letto di area medica dall’attuale 32,8% al 21,6%; sottolineiamo che i 649 pazienti (34% dei 1911) sarebbero comunque ricoverati per la loro patologia non a carattere infettivo. I ricoverati per altra patologia che si positivizzino al Covid, ma senza sintomi di malattia Covid, attualmente devono essere isolati secondo le vigenti norme, ma non dovrebbero essere conteggiati come malati Covid. Si chiede di aderire – conclude la lettera – a quanto sopra esposto».
Il 30% di ricoveri ordinari occupati da pazienti Covid è attualmente la soglia limite per passare in zona arancione, il ricalcolo potrebbe evitare il passaggio di colore. La situazione, però, è in divenire. Il Piemonte non è l’unica regione che sta tentando di correre ai ripari per scongiurare il cambio di zona (vedi Lombardia e Liguria, dove il governatore Toti invita a tamponare solo i sintomatici) e il nuovo metodo potrebbe fare da apripista.
La linea di Torino è la stessa suggerita dall’infettivologo ligure Matteo Bassetti che a Radio Cusano Campus ha detto: «Non dobbiamo continuare a contare come malati di Covid quelli che vengono ricoverati per un braccio rotto e risultano positivi al tampone. Bisogna anche finirla col report serale».
Solo quest’ultimo tassello non vede concorde l’assessore regionale piemontese alla Sanità Luigi Icardi, per il resto sulla stessa lunghezza d’onda con il primario genovese: «Non possiamo evitare di comunicare i numeri e non fare il bollettino quotidiano ma la computazione deve cambiare, così come da circolare ministeriale recepita dal Dirmei. Quello che si chiede agli ospedali è di distinguere tra soggetto positivo e soggetto malato. Senza i no vax – sottolinea Icardi – avremmo 30 ricoveri nelle terapie intensive e 200 in area medica. Per cui saremmo ancora in zona bianca e non sulla soglia dell’arancione».
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