Tre giorni per imparare a «Pensare Migrante», come recita il titolo dell’iniziativa lanciata a Roma dai volontari del Baobab. A partire da domani, alla Città dell’Altra Economia (Largo Dino Frisullo, Testaccio), prende il via una tre giorni di incontri, dibattiti, musica, libri e mostre fotografiche per tentare di mettersi nei panni delle migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla fame.

Sono oltre trentacinquemila quelle accolte lo scorso anno dai volontari nel centro a ridosso della stazione Tiburtina, quel Baobab sgomberato a dicembre dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca con la promessa – non mantenuta – di individuare al più presto un nuovo spazio da destinare all’accoglienza e al sostegno dei migranti in transito.
«Bisogna coinvolgere la cittadinanza», spiegano i volontari: «Grazie alle centinaia di cittadini che hanno portato cibo e vestiti siamo stati in grado di far funzionare il centro, dopo che era stato chiuso per Mafia Capitale».

Ai cittadini, alle scuole, alle famiglie, sono rivolti gli appuntamenti di «Pensare Migrante». Durante gli incontri potranno ascoltare le voci dei braccianti africani che lavorano per pochi euro al giorno nelle campagne pugliesi, conoscere le storie di chi è stato recluso in un Cie, riflettere insieme sulle politiche di accoglienza e la libertà di circolazione messa a repentaglio dai muri che gli stati europei stano costruendo ai loro confini: «Perché – si domanda la scrittrice Igiaba Scego, che parteciperà a un dibattito sabato alle 16 – un italiano deve poter viaggiare liberamente negli Stati Uniti e un africano no? Perché ci sembra normale che a noi venga concesso quello che ad altri è negato?».

«Pensare Migrante» servirà anche a costruire una rete informale di tutte le realtà impegnate nell’accoglienza e nel sostegno dei migranti sul territorio italiano: Medici Senza Frontiere, Medu, Cir, Amnesty, Libera, A Buon Diritto e le altre associazioni, con i gruppi di volontari, i cittadini e i sindaci (ospite domenica quello di castel Volturno, Dimitri Russo).

La mattinata di domani è dedicata agli incontri con le scuole. Alle 14.30 gli attivisti del Baobab illustreranno l’iniziativa.

Dalle 15 prendono il via gli incontri con le associazioni e la presentazione della campagna LasciateCie Entrare, nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso ai giornalisti nei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) e nei Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo).

Alle 19 la presentazione del libro del vignettista del manifesto Mauro Biani, «Tracce Migranti», seguita da uno spettacolo tratto dal libro. Il programma completo sulla pagina Facebook del Baobab, Baobab Experience.

«Sarebbe stato bello ospitare questa iniziativa al Baobab», ammettono i volontari, nel nuovo spazio che era stato promesso e che gli attivisti avrebbero anche individuato: l’ex Istituto Ittogenico, tra la Tangenziale e la stazione Tiburtina, tre locali circondati dal verde da dieci anni chiusi al pubblico. Due settimane fa i volontari avevano aperto i cancelli dell’istituto per ripulire l’area delle erbacce e mettere in sicurezza i locali, ma sono stati sgomberati dalle forze dell’ordine.

Il commissario Tronca ha rinnovato la promessa di individuare al più presto uno spazio dove riprendere l’attività di accoglienza e sostegno. Nel frattempo, ogni sera, decine di migranti approdano a Roma con un un indirizzo in tasca, quello di Via Cupa. Si presentano affamati e stanchi ai cancelli del vecchio Baobab. Trovandoli chiusi, dormono in strada.

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