Rieccoci. Prima l’insulto, l’offesa menzognera all’intero popolo tedesco a uso e consumo della campagna elettorale. «Per i tedeschi i campi di concentramento non sono mai esistiti», ha detto Berlusconi nel corso del suo fluviale comizio di ieri. Obiettivo polemico il candidato del Pse Martin Schulz, quello che già Berlusconi aveva svillaneggiato in pieno parlamento europeo paragonandolo a un kapò nazista. Poi, puntuale, la precisazione che stava solo scherzando, seguono i berlusconiani che accusano «la sinistra» di «strumentalizzare». Ma in Germania, dove la memoria dei lager è un fatto molto serio, non scherzano affatto. La ministra tedesca della famiglia e vicepresidente Spd Schwesig reagisce: «Gli attacchi di Berlusconi contro Martin Schulz e tutti i tedeschi sono indicibili». Il presidente del Pse definisce «spregevole» l’ex cavaliere, mentre il presidente della commissione esteri del Ppe Brock dice che «quelle di Silvio sono parole da vecchio». Per Schulz Berlusconi è «sinonimo di odio e invidia». A proposito di memoria, fu proprio Berlusconi a sostenere che Mussolini non uccideva nessuno e mandava i suoi oppositori in vacanza, al confino.