«Il male degli abusi grida vendetta a Dio». Dopo aver affrontato negli anni passati le «malattie curiali» e le resistenze alle riforme, quest’anno gli auguri natalizi di papa Francesco ai cardinali della Curia romana sono dedicati alla «piaga degli abusi» commessi dal clero: «abusi di potere, di coscienza» e soprattutto «sessuali».

«Anche oggi ci sono tanti uomini consacrati che abusano dei deboli, approfittando del proprio potere morale e di persuasione. Compiono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se niente fosse», ha detto il papa. «La Chiesa non si risparmierà nel compiere tutto il necessario per consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti, non cercherà mai di insabbiare o sottovalutare nessun caso. È innegabile che alcuni responsabili, nel passato, per leggerezza, incredulità, impreparazione, inesperienza o superficialità hanno trattato tanti casi senza la dovuta serietà e prontezza. Non deve accadere mai più».

Sebbene con molte cautele («dobbiamo giudicare il passato con l’ermeneutica del passato»), l’autocritica c’è. Del resto errori di «sottovalutazione» li ha compiuti lo stesso Francesco, per esempio minimizzando inizialmente il grave scandalo pedofilia del Cile («non ci sono prove, sono tutte calunnie», aveva detto a gennaio). Salvo poi tornare sui propri passi e allontanare fino ad ora 7 vescovi. E tre giorni fa ad essere rimosso perché coinvolto in un caso di pedofilia è stato il vescovo ausiliare di Los Angeles, Salazar.

«A quanti abusano dei minori vorrei dire: convertitevi e consegnatevi alla giustizia umana, e preparatevi alla giustizia divina», ha aggiunto Francesco. Anche se quello della denuncia dei preti pedofili alle autorità civili resta un punto dolente della proclamata “tolleranza zero”. Le linee guida della Cei in tema di pedofilia, per esempio, non prevedono questo automatismo. Chissà se nella nuova versione, attesa per maggio, verrà inserito.

Una parola è anche in difesa dei mezzi di informazione, spesso accusati di cercare volutamente lo scandalo.

Francesco sembra non pensarla così: ringrazio quei media, ha detto, «che hanno cercato di smascherare questi lupi e di dare voce alle vittime», «lo scandalo più grande è quello di coprire la verità».