Francesca Frediani è la capogruppo del M5S in Regione Piemonte. Vive in val Susa dove viene riconosciuta dal movimento No Tav come unica figura del Movimento con cui confrontarsi. Nel Movimento 5 Stelle conduce una semi solitaria battaglia in difesa della posizione storica contro la Torino-Lione.
Frediani, può nascere un governo con il M5S-Pd. L’avrebbe mai pensato? Contenta?
Fino a pochi anni fa sembrava un obiettivo troppo ambizioso anche pensare di arrivare al governo, figuriamoci immaginarsi di governare prima con la Lega e poi con il Pd! Definirmi contenta è eccessivo, diciamo che mi rasserena che si sia trovata una soluzione per far fronte alle prossime incombenze che il Paese dovrà affrontare.
Felice di non essere più alleata con Salvini?
Sicuramente l’anno trascorso è stato per me molto pesante. La Lega è sempre stata molto lontana dalle mie posizioni politiche e vederla al governo con il mio movimento mi ha provocato molto disagio, per usare un eufemismo. Sapere poi che provvedimenti come i decreti Sicurezza e Sicurezza bis sono stati approvati grazie al voto dei nostri parlamentari mi ha creato seri problemi di coscienza e ha messo in crisi il mio senso di appartenenza al M5S.
Pd in val Susa significa Tav, Chiamparino, Virano, Fassino, Esposito…
Sì, in Val di Susa abbiamo sempre conosciuto il Pd attraverso questi volti. E questo non mi rassicura per niente. D’altra parte sappiamo che nel partito ci sono esponenti che da anni sono impegnati nella lotta contro il Tav, sarebbe importante che riuscissero a far sentire il peso del territorio in questo momento, considerando che nei punti di entrambi gli schieramenti si parla di sviluppo e sostenibilità ambientale: due concetti diametralmente opposti alla realizzazione di questa grande opera inutile.
Parliamo di Tav. «Vicenda chiusa», come sostiene la sindaca di Torino Chiara Appendino?
La vicenda non è affatto chiusa. Il movimento No Tav da 30 anni continua a opporsi e non intende certo arrendersi. Se in tutto questo tempo non si è scavato un centimetro di tunnel è proprio perché quest’opera non si deve fare e io sono certa che alla fine non si farà.
Lei parteciperà alle prossime manifestazioni contro la Torino-Lione? Se sì, perché.
Assolutamente sì. Sono sempre stata No Tav e sempre lo resterò. Vivo in Valsusa e qui crescono i miei figli: impensabile che smetta di oppormi ad un progetto che porterà devastazione sul mio territorio e avrà un impatto pesante sulla salute di tutti noi. Essere No Tav rappresenta una visione di sviluppo e un modo di rapportarsi con la propria comunità in cui mi riconosco totalmente.
L’Inea, l’Agenzia della Commissione Europea che finanzia la rete ferroviaria Ten-T, attende una risposta «definitiva» entro il 30 settembre.
Sì, è spero che in questi pochi giorni a disposizione si torni ad affrontare il tema più lucidamente, ripartendo dall’esito dell’analisi costi-benefici, che rimane assolutamente ancora valido. Le motivazioni date dal presidente Conte sono prive di fondamento, impensabile basare il sì alla prosecuzione dell’opera su presupposti inesistenti.
Come si vive da «dissidenti» dentro il M5s?
Non sono io la dissidente. In questi mesi ho semplicemente chiesto, come molti altri, di rispettare i nostri principi e non abbandonare le nostre battaglie. Credo ci siano persone che hanno dimenticato da dove siamo partiti e quale fosse il nostro obiettivo: non quello di governare a tutti i costi ma quello di portare un cambiamento culturale. Continuerò ad essere una voce critica e non avrò timore di esprimere le mie posizioni, ho sempre pensato che il M5S fosse un luogo di confronto e di libertà di espressione, e ho sempre considerato questo un suo punto di forza.
La val Susa ha votato in massa il M5s in passato: sarà ancora così secondo lei?
No, non credo che il M5S potrà ancora trovare consenso in valle, un consenso che proveniva soprattutto da chi vedeva nel Movimento un’opportunità di fermare il Tav. La Val di Susa è un territorio che non accetta di essere messo da parte mentre la politica si chiude nelle stanze e fa poi cadere le decisioni dall’alto. Purtroppo, in questo anno, il M5S non ha saputo mantenere aperto il dialogo necessario e questo ha creato una distanza con l’elettorato che, allo stato attuale, mi pare decisamente incolmabile.