Due anni dopo tornano i sorrisi. Parecchi gli esponenti del Pd nel retro palco della manifestazione dei pensionati, a partire dal segretario Nicola Zingaretti accolto con calore dai militanti dei sindacati confederali. Il 17 giugno 2017 la Cgil guidata da Susanna Camusso riempì piazza San Giovanni contro «lo schiaffo alla democrazia»: i referendum negati e i nuovi voucher introdotti dal governo Gentiloni, attuale presidente del Pd e ieri assente. Tanta acqua è passata sotto i ponti, i ricordi del Jobs act però sono ancora cicatrici indelebeli e di sicuro ancora ieri qualunque renziano sarebbe stato fischiato da buona parte dei manifestanti, sebbene i pensionati dello Spi siano in maggioranza di stretta osservanza piddina.

Assieme a Zingaretti c’erano il responsabile comunicazione Marco Miccoli – di ritorno da Firenze dove ha accolto la salma di «Orso» Lorenzo Orsetti – con Cesare Damiano, i deputati Carla Cantone (ex segretaria generale dello Spi Cgil) e il bolognese Andrea De Maria e il vicesegretario del Lazio Enzo Foschi più l’esponente di Articolo 1 Arturo Scotto.

Zingaretti era già stato – brevemente – in una piazza Cgil per lo sciopero – sempre unitario – degli edili il 15 marzo, lo stesso giorno della manifestazione dei giovani per il clima. «Noi crediamo che la prima emergenza sia il taglio delle tasse sul lavoro per i redditi più bassi, come primo grande segnale, e non la flat tax, che eliminando la progressività aiuta i ricchi o chi sta meglio e colpisce chi sta peggio», ha detto Zingaretti nel retropalco di piazza San Giovanni. «Dopo un anno di questo governo, i fatti sono drammatici per gli italiani: il paese è fermo, calano le pensioni, il debito pubblico è esploso, lo spread brucia miliardi e il governo è nel caos», ha concluso.

I rapporti con Landini sono buoni, così come con Cisl e Uil. Chi li ha sempre mantenuti – anche negli anni bui del renzismo – è Cesare Damiano. «Ho partecipato – dice Damiano – a una bellissima manifestazione, forte e unitaria, che rivendica al governo precise risposte. Se questa è l’abolizione della povertà sbandierata dai 5 stelle, c’è di che preoccuparsi. La mobilitazione sindacale continua: oggi è stata la volta dei pensionati, poi toccherà ai lavoratori della Pubblica amministrazione e ai metalmeccanici».