Pomigliano d’Arco la prima città a sancire l’alleanza alle amministrative tra 5S e Pd, dopo il voto su Rousseau alla vigilia di ferragosto. La riunione decisiva lunedì notte: Dario De Falco, amico storico di Luigi Di Maio, è entrato come candidato designato ma il suo passo indietro ha permesso di virare su una figura civica, il 46enne professore di Papirologia e di Paleografia, Gianluca Del Mastro. Un curriculum accademico, è una figura meno connotata politicamente rispetto a De Falco ma comunque vicina ai pentastellati visto che nel 2018, ai tempi del Conte uno, l’allora ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli lo ha nominarlo presidente della fondazione Ente Ville vesuviane. «Siamo in un momento molto delicato – ha raccontato Del Mastro – e so di avere una responsabilità guidando una coalizione con Pd e M5s, ma non mi spaventa». A contendergli la fascia tricolore c’è la vicesindaca Elisa Romano, sostenuta dal sindaco Lello Russo (socialista passato a Fi) e una serie di civiche di destre più Italia viva. Spiega Ettore Rosato: «Pd e M5s hanno scelto questo comune come laboratorio per i loro esperimenti di convivenza stabile. Noi siamo alternativi».

Se la partita sembra chiusa nella città di Luigi Di Maio ed ex feudo del Pci, conquistato però dalla destra negli ultimi dieci anni, resta il nodo di Giugliano da sciogliere per Luigi Iovino, deputato e braccio destro del ministro degli Esteri in Campania, dove ricopre il ruolo di facilitatore. Il Pd insite perché l’accordo di coalizione passi da entrambi i municipi, ma in casa 5s sono convinti che la convergenza su Del Mastro non verrà messa in discussione in caso di fumata nera a Giugliano. Nel comune, che conta oltre 123mila abitanti, corre l’ex dem vicino al governatore Vincenzo De Luca, Antonio Poziello. Il Pd vuole riconquistare il municipio, il candidato individuato è Nicola Pirozzi ma per vincere ha bisogno dei 5S che però sono spaccati: il deputato Salvatore Micillo preme per l’accordo e anche Iovino è su questa posizione ma la senatrice campana Maria Domenica Castellone si oppone.

Ieri poi si è aperta un’altra pista, ancora in corso di verifica. A Pompei si va al voto per la terza volta in sei anni. Il Pd di Napoli minaccia di non concedere il simbolo. Così si è aperto un ragionamento sulla possibilità di fare un accordo con i 5S ma, se i primi due andassero in porto, si rischierebbe di sbilanciare i conti a favore di un socio rispetto all’altro per la scelta del sindaco. La via potrebbe essere la lista civica e potrebbe essere la soluzione scelta proprio dai pentastellati. «Le alleanze sui territori non sono scontate – spiega il deputato 5S Luigi Gallo -. Ho chiesto che il tabù degli accordi locali cadessero nel 2019 ma se il Pd continua ad affidarsi a dinosauri della politica, come De Luca, l’indipendenza del Movimento è l’unica alternativa».

Sullo sfondo ci sono le comunali a Napoli del 2021. Dal Movimento fanno sapere: porte aperte al dialogo se il metodo sarà quello di Pomigliano, cioè un tavolo aperto per tempo con un lavoro che porti a un accordo condiviso, no a soluzioni dell’ultimo minuto con un candidato già deciso in casa Pd.