«A malincuore ho lasciato tutte le mie storie argute, tutte le mie avventure in luoghi esotici e ho cominciato, lentamente e a fatica, a vuotare la mia mente. Adesso il vuoto è tutto ciò che resta: uno spazio, per quanto piccolo, nel quale tutto quello che succede ha modo di succedere»: il vuoto mentale evocato da Paul Auster in questo brano, tratto dalla raccolta Spazi bianchi del 1979 e incluso in Affrontare la musica (2004), equivale alla tabula rasa che precede l’atto del fare artistico. Viene spontaneo, ora, associarlo al vuoto che lo scrittore americano ha lasciato nei lettori di...