Prima di essere regista sono stato un critico e ho scritto un libro sulla spiritualità e solo in seguito mi sono dedicato al cinema», spiega Schrader che non aveva preso in considerazione di poter parlare direttamente di spiritualità, in un film, ma dopo aver visto «Ida» di Pawel Pawlikowski: «Ho pensato che fare film di questo tipo era possibile».
E proprio con Pawlikowski aveva già lavorato Ethan Hawke (The Woman in the Fifth, 2011) che dice di: «Amare il film che canmina sull’orlo dell’abisso» e di essere stato circondato dalla religione per tutta la vita a cominciare da sua nonna che pensava sarebbe diventato prete «ma per fortuna ho poi fatto l’attore» e aggiunge che in ogni caso crede che l’attore abbia qualità di sciamano.

A proposito del sangue che scorre nel film, Schrader sottolinea: «Non sono cattolico, sono riformista di scuola olandese, ma noi soffriamo della stessa patologia dei cattolici, pensiamo che si possa espiare attraverso il sangue, come il sacrificio di Cristo. Ci viene istillata l’idea che attraverso il sacrificio si è purificati». Ma oltre la religione si affronta nel film il tema dell’ambientalismo: «Mi chiedo dove è la comunità religiosa così silenziosa rispetto ai problemi ambientali». E sulla crisi attuale spiega: «Siamo solo schegge impazzite, non credo che l’umanità possa sopravvivere a questo secolo».