Per un governo che non può promettere quasi nulla, e che anzi blocca a tutto il 2014 i contratti della pubblica amministrazione e della scuola, il disegno di legge sulle semplificazioni è un ottima ciambella di salvataggio a cui aggrapparsi. Di qui l’ampia pubblicizzazione del provvedimento approvato ieri sera dal consiglio dei ministri. Comprensiva di una bozza che circolava da tempo con i due messaggi cardine: «a costo zero» (a detta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi) con l’«obiettivo 31 miliardi di oneri amministrativi in meno». In un’intervista al  Sole 24 Ore, il ministro della Pubblica amministrazione e semplificazioni Gianpiero D’Alia ha assicurato che al centro dell’attenzione ci sono più le imprese che i cittadini. Per i quali arriva comunque il contentino di evitare la dichiarazione all’Agenzia delle entrate per le successioni ereditarie dirette mobiliari – insomma i soldi in eredità – se sono inferiori ai 75mila euro, mentre la soglia attuale è di soli 25mila euro. Il ddl sulla semplificazione burocratica conta meno di 40 articoli, con quattro deleghe al governo su istruzione, beni culturali, ambiente e riassetto normativo, il cosiddetto «taglia-leggi». L’obiettivo della sburocratizzazione, ribadito da D’Alia e Patroni Griffi, è quello di «facilitare la vita dei cittadini e delle imprese, grazie a un nuovo ’taglia leggi’ e altre misure di semplificazione su oneri amministrativi ulteriori». Oneri burocratici che la Cgia di Mestre aveva già quantificato, per le pmi, appunto in 31 miliardi di euro, il 2% del prodotto interno lordo italiano. Un dato che D’Alia ha subito fatto proprio. Il ddl prevede di far partire i lavori per una banca dati unica per le pubbliche amministrazioni. Poi l’eliminazione di una serie di obblighi di comunicazione per i Comuni, che potranno sostituire la carta bollata con la certificazione telematica. La precedenza per tutte le amministrazioni ai procedimenti, provvedimenti ed atti delle attività legate all’utilizzazione dei Fondi strutturali europei, compresi quelli relativi allo sviluppo rurale e alla pesca, in modo da favorire il più possibile l’occupazione giovanile. Quanto alle imprese, in conferenza stampa D’Alia ha spiegato: «Fra le novità del ddl, introduciamo la figura del “tutor” per potenziare lo sportello unico per le attività produttive. Il “tutor” si occuperà di seguire costantemente le aziende, e dare assistenza per quel che riguarda procedure e documentazione». Al quotidiano confindustriale ha invece rivelato che l’indennizzo monetario per il ritardo nella conclusione di un procedimento amministrativo partirà subito per imprese, e solo dopo 18 mesi per i comuni cittadini. «L’imprenditore che non vede rispettata una scadenza – ha puntualizzato il ministro – può chiedere conto al responsabile della procedura e chiedere un decreto ingiuntivo per l’indennizzo. I rimborsi saranno di trenta euro al giorno per ogni giorno dopo la scadenza, fino a un massimo di duemila euro». Il tutto con una norma «filtro» contro le liti temerarie. Infine, le semplificazioni in materia edilizia «con la riduzione dei termini per ottenere il permesso a costruire anche nei Comuni sopra i 100mila abitanti». Inoltre sono previste delle norme di semplificazione delle procedure sulla bonifica, sul risanamento ambientale e l’investimento di risorse nel settore.