Spira un vento di «speranza» per il 2018 a leggere i segnali provenienti dalle «istituzioni» nei confronti del jazz italiano, anche se manca una politica per la diffusione della musica non commerciale – nella società e nei media – e per la sua presenza quale reale pilastro educativo nella scuola. Dopo una grande mobilitazione in dicembre del settore (coordinata da MIDJ, associazione Musicisti Italiani di Jazz), la legge di bilancio da poco approvata contiene un emendamento che prevede la stabilizzazione dei docenti precari dell’AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).

I «precari storici» sono ancora 1/4 circa dei docenti dei Conservatori e la percentuale diventa altissima nei Corsi di Jazz che attirano numerosi allievi in tutt’Italia, tanto da rappresentare un fiore all’occhiello del sistema formativo. L’emendamento – dopo una lunga battaglia e segnali negativi che facevano temere un ridimensionamento del sistema AFAM – dà finalmente sicurezza lavorativa, dopo anni di attesa, ai docenti jazzisti che hanno dedicato passione, energia ed entusiasmo al lavoro in Conservatori ed Accademie. Era ora.

Prima di natale è stato presentato al MIBACT (Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo) «AIR – Artisti in Residenza», progetto ideato da MIDJ (associazione Musicisti Italiani di Jazz) con il contributo economico della Siae. È un’importante iniziativa che ««si rivolge a tutti i giovani jazzisti italiani under 30, i quali potranno trascorrere un periodo di studio e formazione all’estero (4-6 settimane) in collaborazione con gli istituti italiani di Cultura e le Ambasciate»» nel 2018.

A gennaio venti musicisti selezionati da apposite commissioni raggiungeranno le destinazioni sorteggiate, per un periodo dedicato alla composizione, all’incontro con musicisti locali, al lavoro su connessioni sonoro-culturali. L’elenco delle sedi prevede soprattutto città europee, ma stage sono previsti anche in località africane (Addis Abeba, Dakar, Nairobi), americane (Città del Messico, Lima, Montreal, Toronto) ed asiatiche (Bankok, Pechino, Tokyo).

I giovani jazzisti provengono da ben sedici regioni e sono nell’ordine S.Carbonelli, D.Cordisco, C.jr De Rosa, S.Di Benedetto, M.Di Leonardo, A.T.Drago, F.Fiorenzani, W.Greco, N.Guida, M.Magrini, F.Orio, F. Patti, G.Perin, P.Pignotti, G.Salcuni, D.Tarso e A. Zucca; tra i più noti i pianisti Alessandro Lanzoni ed Enrico Zanisi ed il trombettista Gabriele Mitelli.