Un addio che si può interpretare piuttosto come un cambio di pelle. Una scelta inequivocabile quella di Vasco Brondi, sentita e perentoria, senza nessun calcolo o malizia, affrontata con la timidezza e il rispetto che lo contraddistinguono, perché è il progetto che ti ha cambiato la vita a volgere al termine. E allora avere tra le mani l’antologia 2008-2018, Tra la via Emilia e la via Lattea (Sony Music), è un atto di consapevolezza verso un artista poco capito all’inizio, di una band dal nome dissonante e formata da un unico elemento che, con i suoi versi e il modo di cantarli, ha fatto storcere il naso a tanti.

UNA BAND che ora difficilmente si può escludere dai nomi che hanno apportato un quid unico all’attuale musica italiana. Una band non band che ha saputo raccontare gli anni ‘00 con conturbante profondità e colta malinconia, che meglio di chiunque altro si è permesso – prendendosi appunto il rischio dell’incomprensione – di creare un immaginario intriso di metafore, di analogie fulminanti e di contraddizioni esplosive, che si trasformavano nello specchio di un periodo storico limaccioso, senza riferimenti e realmente torvo. E così l’ultimo album firmato Le Luci Della Centrale Elettrica è un bilancio in forma di doppio album, con una raccolta di 16 brani più gli inediti Mistica (ora accompagnato da un video scritto e diretto da Angelo Cerisara per Borotalco.tv e interpretato da Lisa Maria Gasparini) e Libera, questa già scritta da Brondi per i Tre Allegri Ragazzi Morti.

IL SECONDO cd è un live con la band con cui girerà i teatri d’Italia: 15 brani e due cover di Bene di De Gregori e Amandoti dei CCCP. Il compendio di un processo creativo sviluppatosi in provincia, fra un lavoretto e l’altro, e che si è fatto strada per merito nella (strato)sfera indipendente. «È arrivato il momento di alleggerirsi, di ripartire in altre direzioni e di farlo senza questo nome, credo sia rispettoso non utilizzarlo solo come sostegno o scudo», ha scritto Brondi nel post che annunciava la svolta.

C’È CHI nei social ha ringraziato il cantautore ferrarese per un percorso con cui ha illuminato gli umori dell’ultimo decennio; chi perché non l’ha mai digerito e spera che si dedichi ad altro. Sia come sia, ogni artista vero non può e non deve essere pacificante. Il mese prossimo uscirà per La Nave di Teseo il libro Le Luci Della Centrale Elettrica scritto con Tiziana Lo Porto, mentre il 17 novembre a Foligno inizierà l’ultimo tour che terminerà a Milano. La chiusura del cerchio. O l’apertura di un portone.