L’importanza delle elezioni regionali in Assia (6 milioni di abitanti) è, ovviamente, molto inferiore a quella del voto nazionale. Eppure, nel sistema federale tedesco l’esito delle urne del Land di Francoforte non è neppure un dettaglio trascurabile. Non a caso, l’aspirante cancelliere socialdemocratico Peer Steinbrück ha fatto il suo ultimo comizio proprio nella città sul Meno che ospita il più grande aeroporto del Paese e, soprattutto, le sedi del potere finanziario tedesco ed europeo.

La sfida è incerta come quella per il rinnovo del Bundestag, ma gli scenari possibili sono di più. Nei sondaggi, la coalizione Cdu-Fdp e quella Spd-Verdi sono alla pari, la Linke balla sullo sbarramento del 5%, mentre i Pirati e gli euroscettici di AfD sono molto lontani dall’avvicinarsi alla soglia. Se i social-comunisti, alla fine, non dovessero farcela a entrare nel parlamento regionale (Landtag), allora sarà una manciata di voti a decidere se continuerà a regnare il centrodestra guidato dal governatore uscente Volker Bouffier oppure se subentrerà l’alleanza fra socialdemocratici ed ecologisti condotta da Thorsten Schäfer-Gümbel.

Nel caso in cui, invece, la Linke riuscisse ad eleggere i propri deputati, si aprirebbe una partita a scacchi interessante: nessuna delle due coalizioni di partenza avrebbe la maggioranza per governare. Di conseguenza, potrebbe riprodursi anche in riva al Meno la grosse Koalition che forse entrerà in scena a Berlino, ma potrebbe anche venire sperimentato un inedito accordo a sinistra fra Spd, Verdi e Linke. In questo Land, infatti, i rapporti fra socialdemocratici e democristiani sono particolarmente difficili: la Cdu dell’Assia è la più di destra di tutto il Paese. In campagna elettorale i due candidati se le sono date di santa ragione: difficile immaginarseli insieme al governo. E Schäfer-Gümbel non ha escluso radicalmente l’apertura a sinistra.

C’è un’altra ragione che potrebbe spingere la Spd a sperimentare in Assia quello che non vuole fare a Berlino: gli equilibri nel Bundesrat, la Camera dei Länder. È il secondo ramo del parlamento tedesco, che non entra in gioco nella formazione del governo federale (votato solo dal Bundestag), ma il cui voto è determinante per moltissime leggi. Un cancelliere senza maggioranza nel Bundesrat è quasi – si direbbe negli Stati Uniti – un’anatra zoppa. Ragione per la quale ai socialdemocratici farebbe molto comodo guidare l’esecutivo dell’Assia: significherebbe blindare la maggioranza che già detengono, insieme ai Verdi e alla Linke, nella Camera alta. Dove sono rappresentati – questo è il punto chiave – esclusivamente i governi dei Länder e non le opposizioni.

Attualmente, coalizioni progressiste reggono 8 regioni su 16; in 5 casi amministra la grosse Koalition, e solo nelle restanti 3 il centro-destra. In termini di seggi significa – per il voto ponderato determinato dalle dimensioni di ogni Land – 36 voti progressisti, 15 conservatori e 18 considerati neutrali (cioè dei governi Cdu-Spd). Se l’Assia da questa sera cambiasse colore, i rapporti si farebbero ancora più favorevoli per le sinistre: 41 a 10, escludendo i neutrali. Un capitale che Peer Steinbrück non esiterebbe a spendere nelle trattative per la formazione del possibile nuovo gabinetto federale con Angela Merkel.