Stiamo per finire i biglietti di Natale…. Qualcosa da dire? Vi piacciono? Mi dite come li avete fatti insieme alla maestra? Come se doveste raccontare a chi non li vede?
«Perché noi facciamo sempre gli origami piacciano molto alla mostra e piacciono anche a noi. Allora abbiamo fatto una cosa speciale». «A me piacciono molto». «C’è voluto molto cartoncino rosso per farli e per un attimo noi e lastra pensavamo di non averne abbastanza. Pensavamo di dover comperare altri fogli rossi». «Sono dei cartoncini rossi molto preziosi, molto colorati». «Praticamente sono degli origami giganti. Però… Però la barba banca la abbiamo fatta con dei pezzi di carta un poi arrotolata. Dei pezzi bianchi un po’ arricciati. Abbiamo fatto i ricci con la carta». «Sono molto grandi. Lo scorso anno non li avevamo fatti così grandi». «Dopo li abbiamo imbustato in una carta trasparente come quella dei fiori, dei fiorai. E dopo abbiamo fatto dei nastri per chiuderlo». «Abbiamo messo anche dei dolciumi». «Sì, perché per Natale si mangiano sempre tanti dolciumi: quando c’è la settimana dell’Avvento, quando ci sino i biglietti di Natale, quando ci sono le canzoni di Natale, quando ci sono i biglietti di natale e anche z mensa ci sono dei piatti speciali». «Però non avete detto la cosa più importante: la schiena!» «Ah, è vero, dietro alla faccia grandi di babbo Natale con la barba bianca, se apri il foglio, se lo allarghi, c’è come una fessura che poi cinofili dentro la lettera degli auguri. Ci puoi mettere anche un’altra cosa, ma noi ci abbiamo messo le nostre lettere». «Alcune le abbiamo inventate, chi voleva inventare. Invece degli altri di noi hanno ricopiato la poesia di Natale che avevamo inventato insieme perché poi è sempre bella e poi la sapeva già a memoria». «I forse la notte di Natale devo leggere, cioè devo impararla, cioè devo recitarla davanti ai miei parenti». «Io spero che per Natale viene anche la neve così è più bello, come Natale, altrimenti c’è solo freddo». «Nella mia lettera io ho fatto anche dei disegni con il simbolo di Natale come le palle dell’albero, il pupazzo di neve, l’albero di Natale, gli omini di biscotto da mangiare… «Anche io!»» «Anche io ho disegnato i simboli di Natale e poi ho colorato le parole più importanti della poesia di Natale. Le più importanti per me, si capisce». «Per me come regalo, come letterina è stata molto meglio dello scorso anno perché quest’anno è grande e sembra quasi un giocattolo, la testa grande di Babbo Natale. Invece lo scorso anno c’era la busta colorata ma sembrava solo un biglietto di babbo Natale». «Io dopo la poesia ho aggiunto Auguri d Giovanni». «Tutti hanno fatto così con il loro nome. L’aveva detto il maestro». «Però, per me, la lettera, cioè il bigliettino e la lettera sono troppo nascosti e allora, dopo, noi dobbiamo dirlo ai nostri genitori di guardare bene dietro la schiena della faccia di Babbo Natale per trovarle e per leggere, altrimenti loro, da soli, non trovano niente. È nascosta troppo bene».

Abbiamo anche fatto degli addobbi alle finestre insieme agli altri bambini delle altre classi della scuola… Mi dite un poi come li avete fatto?
«Sono tutti delle stelle. Sono grandi e piccoli. Cioè più grandi o più piccoli. A me non piacciono molto». «Gli addobbi li abbiamo inventati sempre noi. Poi le altre classi ci hanno copiato». «Ma non ci hanno copiato: dovevano essere tutti uguali e allora li abbiamo fatti tutti uguali». «Dovevi… Dovevi mettere dei fogli a punta. Una punta dentò l’altra, poi fissare queste pente. Poi, queste punte piegate, le mettevi una di fianco all’altra, in cerchio, e dopo ci saltava fuori una stella». «Una specie di stella». «C’erano delle punte un po’ rotte e allora il centro della stella non è venuto proprio perfetto, certe volte. Ma le abbiamo attaccate ugualmente, le stelle. In tutte le finestre della scuola. Non solo dove ci sono le aule». «Alcune finestre avevano le stelle bianche e altre le stelle rosse». «Se uscivi dalla scuola, dal cortile, abbiamo controllato che tutte le spalle si vedevano bene». «A me è piaciuto di più farete stelle che il biglietto di Natale perché le stelle erano più facili da fare».