Quest’anno con la maestra avete imparato a fare tantissimi origami diversi. Mi spiegate con parole vostre cosa sono? 

«Gli origami? Sono delle cose di carta». «Dei giochi di carta». «Devi fare delle cose ma puoi usare solo la carta. Però può essere carta del colore che vuoi». «Perché devi piegare i fogli». «Sì, non puoi usare la colla per attaccarli. Devi avere un foglio grande e devi piegarlo e dopo… Dipende….» Per le cose grandi ci vuole un foglio più grande». «A me piace la rana». «Puoi fare la rana, le api, i fiori. Tutto quello che vuoi». «Io lo conoscevo già questo gioco».

«Anche io, perché poi non sono come le cornette che devi solo colorarle sul quaderno. Gli origami sono cose vere, non disegni. Si staccano. Però puoi anche attaccarli ai fogli». «A me piace tantissimo fare gli origami». «Se tu pieghi in un modo, salta fuori una rana. Oppure un fiore. Dipende da come pieghi il foglio e dalla forma del foglio». «E’ come fare un aereo di carta. Io lo so fare. Per fare l’aereo tu devi piegare il foglio in un certo modo altrimenti non vola, altrimenti non è neppure un aereo». «Oppure una nave di carta. Anche quella, per me, è una specie di origami. Io però non mi ricordo mai come si fa a fare una nave». «Ma le rane sono più belle perché poi le puoi fare anche saltare». «Anche l’aereo lo puoi far volare. Noi facciamo anche delle gare». «La nave però no. La barca no. Perché se la metti nell’acqua, visto che lei è di carta, si inzuppa e affonda e si rompe tutta. io una volta ci ho provato e ho fatto un disastro». «Mio padre sa fare delle navi di carta anche con la carta dei giornali». «Mio padre allora ha fatto anche un albero, con i fogli del giornale. Anzi, una palma».

Mi spiegate meglio come vi ha insegnato la maestra a fare questi origami bellissimi?

«Perché lei li sa fare, allora dopo lo ha insegnato anche a noi». «Perché lei è una maestra e sa insegnare le cose». «Poi a lei piacciono molto gli origami. Ne ha fatti tanti. Allora ha imparato a farli benissimo». «Io ho visto che lei ha anche dei libri per imparare a fare gli origami. lei studia i libri con le figure, li prova a fare e poi li insegna a fare a noi». «Perché la maestra Miriam è romantica e allora anche gli origami, allora a lei piacciono le cose romantiche come gli origami». «Secondo me anche lei prima non sapeva farli, dopo qualcuno glieli ha insegnanti a fare, gli origami, allora adesso lei li sa fare e li sta insegnando a noi». «Alcuni però sono troppo difficili: tipo il drago sputa fuoco o altre robe. Ci riesce solo lei». «A me piace più fare gli origami che le cornette da colorare perché dopo ti rimangono». «Poi con gli origami ci puoi giocare, muoverli, fare delle storie, tante cose». «Sono cose belle, gli origami, ma non sono facili da fare. Ci vuole molto allenamento».

«Bisogna andare piano a fare le piegature». «Bisogna essere precisi o ti viene tutto male, tutto sbilenco». «Puoi fare anche delle case o delle auto, con la carta, con gli origami. Non solo gli origami». «A me piacciono le barche a vela. quelle piccoline». «A me gli uccelli. Il gabbiano. bellissimo». «Sui fogli ci sono delle linee e tu devi piegare i fogli proprio lì. Dritto lì». «Per me sono troppo difficili. Poi ci vuole troppo tempo per farli». «Non bisogna avere fretta». «Li devi costruire tu. Non li puoi comprare». «Io ho sentito che gli origami li hanno inventati in Cina perché là c’era molta carta e non sapevano cosa fare con tutta quella carta e allora è andata a finire che hanno inventato gli origami». «Ma no, non è per quello». «Forse erano troppo poveri per comperare dei giocattoli veri e allora si sono fatti dei giocattoli di carta che costano meno». «Alcuni sono origami molto difficili, come la giraffa o il rinoceronte o altri animali feroci, però se riesci a farli dopo sei più contento, sei più soddisfatto». «Per me quelli che abbiamo attaccato sul cartellone sono i più belli». «Ma anche se sbagli, se non riesci, butti via il foglio di carta e te ne fai dare un altro dalla maestra». «A me piace molto farli perché mi sembra di costruire qualcosa fatto da me».